ptièji je cvrkut
razasut meðu
stablima kiše
a bird’s song
scattered among
raindrops
un canto d’uccello
sparso tra le gocce
di pioggia Leggi tutto “Tre haiku di Vladimir Devidé”
ptièji je cvrkut
razasut meðu
stablima kiše
a bird’s song
scattered among
raindrops
un canto d’uccello
sparso tra le gocce
di pioggia Leggi tutto “Tre haiku di Vladimir Devidé”
雲に鳥人間海にあそぶ日ぞ
kumo ni tori ningen umi ni asobu hi zo
uccelli tra le nuvole,
persone nel mare:
giornata di riposo
夏山や一足づつに海見ゆる
natsu yama ya hito ashi zutsu ni umi miyuru
monti d’estate –
sempre più mare in vista
ad ogni passo Leggi tutto “Cinque haiku marini di Kobayashi Issa”
A priest all alone
taking a nap at midday–
beyond the eaves
of the abbot’s chamber
the deep blueness of the sky
Un prete tutto solo
fa un pisolino a mezzogiorno –
oltre le gronde
della camera dell’abate
il blu profondo del cielo
Mizuho Ota (1876-1955) Leggi tutto “Cinque tanka moderne”
Gli haiku del viandante – Hanafubuki (花吹雪, ossia “tormenta di fiori di ciliegio”) è una raccolta di 112 haiku composti da Massimo Baldi, con traduzione (in lingua giapponese), revisione e impaginazione a cura di Junko Nomura e Mascha Stroobant.
Baldi è una figura già nota nel panorama culturale italiano, specie in quello favolistico e poetico; con questa silloge – ultima sua fatica letteraria – egli riconferma dunque al pubblico ottime doti compositive, attraverso un linguaggio chiaro, immediato ma mai “semplicistico”, capace di offrire, secondo le parole del prefattore Francesco Sicilia, «una nuova consapevolezza che potremmo definire lenta e attenta». E in effetti, prendendo le mosse dal dato naturalistico, l’autore non procede ad una sua contaminazione soggettiva, ma ne enfatizza la componente universale secondo un processo di immersione (tanbi 耽美) che diviene unificazione e non stratificazione. Leggi tutto “Il fiore e l’iperbole”
春の日や庭に雀の砂あひて
haru no hi ya niwa ni suzume no suna aite
giorno di primavera –
nel giardino il passero
bagnato di sabbia Leggi tutto “Tre haiku di Uejima Onitsura”
Prendiamo qui in esame la relazione tra poesia haiku e kōan zen. Iniziamo ad analizzare come lo haijin si pone rispetto ad un oggetto, successivamente definiremo che cosa sono i kōan zen e in che misura essi si relazionano con gli haiku.
Un buon haiku deve essere un mezzo di meditazione per arrivare alla verità fondamentale; infatti chi compone un haiku non guarda ad un oggetto ma osserva come quell’oggetto. In altri termini, lo haijin si immedesima talmente tanto in un determinato oggetto da annullare la distinzione soggetto/oggetto.
Il poeta non deve descrivere ciò che vede, ma essere, in quel momento, ciò che descrive.
Lo haijin deve conseguire uno stato di “identificazione” così stretta con l’oggetto da annullare il proprio pensiero logico; quanto più uno haiku è profondo, tanto più esso rende l’idea di tale processo. Leggi tutto “Gli haiku e i kōan zen, di Antonio Sacco”
L.C. Innanzitutto, Maria Laura, grazie per avermi concesso la tua disponibilità per questa intervista. La prima domanda è, in verità, una richiesta di presentazione: puoi raccontarci brevemente chi sei e cosa fai nella vita?
M.L.V. Ciao Luca. Grazie a te per l’onore di questa intervista per il tuo sito, che seguo con costanza ed interesse, poiché è una fonte preziosa di arricchimento culturale ed umano per tutti gli amanti della letteratura e dell’arte di matrice giapponese.
Mi presento brevemente: mi chiamo Maria Laura Valente, sono nata a Campobasso (Molise) nel 1976 e risiedo a Cesena, in Romagna, la terra natia di mio marito Valerius e che ha dato i natali anche a mia figlia Lorelei. Sono un’insegnante di materie letterarie alle superiori (ovvero, nella Scuola Secondaria di Secondo Grado, per usare l’attuale nomenclatura sancita dal MIUR). Leggi tutto “Intervista a Maria Laura Valente, a cura di Luca Cenisi”
autumn twilight:
the wreath on the door
lifts in the wind
crepuscolo d’autunno:
la ghirlanda sulla porta
s’alza col vento
New Year’s Eve:
pay phone receiver
dangling
Vigilia di Capodanno:
il ricevitore della cabina
a penzoloni Leggi tutto “Cinque haiku di Nicholas A. Virgilio”
spring fog
the muffled cry
of a seagull
nebbia primaverile
il grido ovattato
di un gabbiano
L’autrice, con questo componimento – permeato da un evidente senso di levità (karumi 軽み) ma, al contempo, da un fascino solitario e melanconico (sabi 寂) – coniuga semplicità di dettato e profondità di sentire, elaborando per il tramite della propria esperienza un senso di indicibile che si pone quale paradigma interpretativo circolare e, tuttavia, “aperto”.
Così, la nebbia di primavera (harugasumi 春霞, kigo appartenente alla categoria “celeste” all’interno dei saijiki 歳時記), nell’avvolgere nel suo manto di silenzi ogni cosa, opera di fatto come reductio ad unum, annullando ogni differenziazione cromatica e sonora in favore di un’uniformità impenetrabile, voluminosa (futoi 太い) e, ad una prima lettura, opprimente. Leggi tutto “L’attesa del cielo”
旅にやむ夜寒心や世 は情け
tabi ni yamu yozamu kokoro ya yo wa nasake
malato in viaggio,
sento una gelida notte –
la pietà del mondo
天の河消ゆるか夢の覚束な
ama no kawa keyuru ka yume no obotsukana
s’è forse spenta
la Via lattea?
Un sogno effimero Leggi tutto “Cinque haiku di Natsume Sōseki”