Cinque haiku sull’autunno

人聲やこの道かへる秋の暮
hitogoe ya kono michi kaeru aki no kure

voci di persone
tornano in questa strada
crepuscolo d’autunno

Matsuo Bashō (1644-1694)

Da: I. Ōtsuka (a cura di), Bashō haiku zenshū, Naigai Shuppan Kyōkai, 1903, p. 102

梟の一人きげんや秋の暮
fukurō no hitori kigen ya aki no kure

un gufo
a suo agio in solitudine –
crepuscolo d’autunno

Kobayashi Issa (1763-1828)

Da: Shinano Kyōikukai (a cura di), Issa zenshū, Vol. 1, Shinano Mainichi Shinbunsha, 1976, p. 441

行く我にとどまる汝に秋二つ
yuku ware ni todomaru nare ni aki futatsu

il mio andarmene,
il tuo restare:
due autunni

Masaoka Shiki (1867-1902)

Da: T. Matsui (a cura di), Masaoka Shiki, Ōfūsha, 1967, p. 134

たましひのたとへば秋のほたるかな
tamashii no tatoeba aki no hotaru kana

un esempio di anima:
la lucciola
in autunno

Dakotsu Īda (1885-1962)

Da: I. Starace (a cura di), Il grande libro degli haiku, Castelvecchi, 2018, p. 480

海神より賜りしこの秋日和
kaijin yori tamawarishi kono akibiyori

una concessione
dal dio del mare –
questo giorno d’autunno

Nobuko Katsura (1914-2004)

Da: fayaoyagi.wordpress.com/2018/10/23/todays-haiku-october-23-2018/

Traduzioni dal giapponese di Luca Cenisi

Immagine: Itō Sōzan, Sialia sopra un acero (1910-1920 circa)

Una risposta a “Cinque haiku sull’autunno”

  1. Ciao Luca,
    sempre bellissimi gli haiku da te proposti, Grazie!
    A me piace in particolare quello di Shiki, con quel suo senso di ineluttabilità dell’autunno e degli addii (precoci entrambi nella sua vita). A me verrebbe da mantenere nella traduzione anche la metrica, scrivendo

    il mio andare
    il tuo rimanere qui
    du*e autunni

    accentuando il “qui” anche in funzione di kireji e scandendo una delle due dieresi (ue o au ) del terzo verso per completare la scansione 5/7/5: io leggerei du*e, che sottolinea anche foneticamente la differenza tra la situazione di Shiki e quella di Soseki al momento del commiato.
    Cosa ne pensi? Secondo te è accettabile?

    In caso positivo, io oserei addirittura

    nel mio andare
    nel tuo rimanere qui
    du*e autunni

    cercando di rendere ancor più la sensazione di separazione e autunno interiore (interno all’atto dell’andare o del rimanere, non attorno) di Shiki, ormai cosciente che per lui nulla sarà più come prima, visto il manifestarsi della tubercolosi.

    Ma forse questa mia interpretazione eccede l’originale giapponese?

    Un caro saluto
    Glauco

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