Wet hay field
the smell
of twilight
Campo di fieno bagnato
il profumo
del crepuscolo
Unfamiliar road
yet I recognize
the night jasmine
Strada sconosciuta
eppure riconosco
il gelsomino notturno Leggi tutto “Cinque haiku di Garry Gay”
Wet hay field
the smell
of twilight
Campo di fieno bagnato
il profumo
del crepuscolo
Unfamiliar road
yet I recognize
the night jasmine
Strada sconosciuta
eppure riconosco
il gelsomino notturno Leggi tutto “Cinque haiku di Garry Gay”
È possibile parlare di “haiku italiani”? La domanda, apparentemente scontata, solleva da sempre, in verità, diverse questioni, relative principalmente alle divergenze culturali che separano il Giappone (terra di origine dello haiku) e, appunto, l’Italia. Io stesso, durante le varie conferenze e presentazioni svolte in questi anni, ho ricevuto le più varie obiezioni, tutte riducibili sostanzialmente all’impossibilità di far aderire completamente ed esattamente lo haiku tradizionale giapponese a quello nostrano.
Le complessità, invero, esistono e sono evidenti. Innanzitutto a livello formale, laddove lo “stacco” (kire 切れ) che solitamente divide l’opera in due parti, viene generalmente reso in Giappone mediante ricorso ai kireji 切れ字, letteralmente “caratteri che tagliano”. Non si tratta, come in occidente, di segni di punteggiatura (lineetta, virgola, due punti, ecc.), quanto di veri e propri termini che contano nell’economia metrica complessiva dello scritto, essendo ricompresi nel computo “sillabico” (ya や conta infatti un on, kana かな due, e così via) e che conferiscono, al contempo, una certa aulicità all’opera. Leggi tutto “Lo haiku in Italia”
名月や雪踏み分けて石の音
meigetsu ya yuki fumiwakete ishi no oto
harvest moon–
pushing through the snow,
a stone noise
luna d’autunno –
attraversando la neve,
un rumore di pietra
Fukuda Chiyo-ni (1703-1775)
暖簾の奥ものふかし北の梅
nōren no oku monofukashi kita no ume
the emptiness
beyond the curtain–
northern plum flowers
il vuoto
oltre la tendina –
pruni del Nord
Shiba Sonome (1664-1726) Leggi tutto “Classic Haiku: A Selection”
初しぐれ猿も小蓑をほしげ也
hatsushigure saru mo komino o hoshigenari
prima pioggia fredda –
anche le scimmie vorrebbero
un mantellino di paglia
Matsuo Bashō (1644-1694)
一わたし遅れた人にしぐれ哉
hito watashi okureta hito ni shigure kana
in ritardo
per il traghetto,
la pioggia invernale
Yosa Buson (1716-1784) Leggi tutto “Shigure: cinque haiku”
木隠れや鼠の小社下紅葉
kogakure ya nezumi no shōsha shita momiji
nascosto dagli alberi,
il santuario dei topi
e le foglie d’autunno
Mizuta Masahide (1657-1723)
梶の葉を朗詠集の栞かな
kaji no ha o Rōeishū no shiori kana
il segnalibro
per il Rōeishū*:
una foglia di gelso
*Il Wakan Rōeishū 和漢朗詠集 è una raccolta di poesie giapponesi e cinesi da recitare, curata da Fujiwara no Kintō (966-1041) nel 1013
Yosa Buson (1716-1784) Leggi tutto “Un’effimera parentesi”
初雪や水仙の葉のたわむ迄
hatsuyuki ya suisen no ha no tawamu made
la prima neve –
quanto basta per piegare
le foglie di narciso
Matsuo Bashō (1644-1694)
野に山に動くものなし雪の朝
no ni yama ni ugoku mono nashi yuki no asa
niente si muove
sui campi e sui monti –
mattino di neve
Fukuda Chiyo-ni (1703-1775) Leggi tutto “Cinque haiku sulla neve”
Torna sugli scaffali, per i tipi di Castelvecchi editore, Il grande libro degli haiku, opera ormai storica nel panorama editoriale italiano con traduzioni a cura di Irene Starace.
L’imponente raccolta (oltre 800 pagine), riporta le voci più significative dello haiku giapponese da Matsuo Bashō (1644-1694) a Kaneko Tōta (1919-2018), passando per poeti del calibro di Natsume Sōseki, Ryūnosuke Akutagawa, Mizuhara Shūōshi e molti altri. Leggi tutto “Il grande libro degli haiku”
花の雲鐘は上野か浅草か
hana no kumo kane wa Ueno ka Asakusa ka
SPESSEZZA D’ALBERI FIORITI
Una nuvola strana
di fior sulla lontana
pendice s’è diffusa.
Suona. Ma è la campana
d’Uèno o d’Asakusa?
tr. Mario Chini
nuvola di fiori –
la campana che suona
è di Ueno o di Asakusa?
tr. Luca Cenisi
Leggi tutto “Matsuo Bashō letto da Mario Chini e da Luca Cenisi”夕日影町中に飛こてふ哉
yūhi kage machi naka ni tobu kochō kana
luci del tramonto –
una farfalla vola
nella città
鐘ひとつ賣れぬ日はなし江戸の春
kane hitotsu urenu hi wa nashi Edo no haru
ogni giorno
una campana venduta –
primavera di Edo