Opera originariamente pubblicata sul blog Cinquesettecinque il 17 luglio 2016.
Ho caricato la sveglia alle 6:45 sul telefonino, un richiamo ogni cinque minuti. Non vorrei riaddormentarmi; ho un appuntamento, domani, alle dieci del mattino circa e non mi piace essere in ritardo o dover fare le cose con furia. Mi provoca stress.
Il gesto è il solito: la mano sinistra che cerca il telefono sul comodino mentre suona la sveglia. Tocco il touchscreen e disattivo la suoneria (tra l’altro odiosa, mi riprometto di cambiarla). Mi alzo, mi reco in bagno per le necessità del mattino e mi preparo alla partenza: oggi nei miei piani c’è Genova, per precisione Bolzaneto. Credo sia una piccola frazione di campagna; ho trovato su internet un allevamento di cani come il mio Pedro, un bellissimo golden retriever, che ci ha lasciati circa tre mesi fa. Leggi tutto “Uno haibun di Fabrizio Pecchioli”



Uno haiku che gioca sul contrasto tra luce ed ombra, visibile ed invisibile. Infatti, mentre l’eclissi (nisshoku 日食) nel rigo d’esordio inghiotte i raggi solari, i fiori di campo paiono acquisire un’inattesa, misteriosa bellezza nonostante la perdita della loro vivacità cromatica.


Questo componimento riesce ad universalizzare il sentimento che deriva da un’esperienza individuale del poeta attraverso il ricorso ad un’immagine decisamente classica nella letteratura giapponese. La Via Lattea o ama no gawa 天の川, infatti, oltre ad essere la galassia in cui si trova il nostro pianeta, rappresenta quel ‘fiume celeste’ che separa la principessa Orihime e il suo amato Hikoboshi nella storia popolare cinese Il mandriano e la tessitrice (Niulang Zhinü 牛郎織女), giunta in seguito in Giappone e talmente radicatasi nella cultura di questo Paese da essere celebrata ogni anno in occasione della ‘Festa delle stelle’ (Tanabata 七夕), il 7 luglio.

