Voci di flauto

Recensione della raccolta Suite per haiku di Glauco Saba, Edizioni Progetto Cultura, 2015, pp. 80, Euro 10,00.

Suite per haiku di Glauco Saba è una raccolta che ben rappresenta le poliedriche doti letterarie dell’autore nel campo della poesia haiku.
Nelle quattro sezioni che compongono la prima parte del libro (una per ogni stagione), è possibile cogliere una maturità linguistica mai pretenziosa o esasperata, in perfetta sintonia con i caratteri di spontaneità ed immediatezza, che da sempre costituiscono le fondamenta espressive del genere haiku.
Sebbene i titoli delle sezioni forniscano un primo inquadramento temporale delle opere racchiuse al loro interno, il Saba non manca di dotare ciascun componimento di un riferimento stagionale solido e puntuale, così da permettere al lettore di immedesimarsi nel “sentimento stagionale” dell’opera (kikan 季感) con il minimo sforzo interpretativo.
La levità (karumi 軽み) delle immagini e dei sentimenti, ben evidente soprattutto nella parte dedicata alla primavera (Cadono bianchi/ petali di magnolia/ a uno a uno), si alterna ad apici espressivi più vigorosi e prorompenti, come nello haiku che segue:

afa d’agosto
la radice del tiglio
rompe l’asfalto

In questa, come peraltro nella quasi totalità delle opere, il poeta, ben conscio dei limiti della parola e di ciò che risiede “oltre” (yoin 余韻), lascia che sia l’oggetto naturalistico nella sua intima essenza a parlare, suggerendo diverse chiavi lettura e di accesso alla realtà. Il Saba possiede, dunque, quella capacità di lasciarsi attraversare dalle cose del mondo propria del mono no aware 物の哀れ, laddove ogni cosa è ricondotta ad unità sotto l’egida del fūryū 風流, di quel soffio vitale e poetico che rende unica ed irripetibile l’esperienza dello haiku.

Le considerazioni sinora esposte valgono, in linea di principio, anche per gli scritti presenti nella seconda parte del libro (la sezione “linguistica”, come battezzata dallo stesso autore). A dominare la scena, in questo caso, è tuttavia un linguaggio poetico più audace e focalizzato. Lo spettro dei temi affrontati comincia ad ampliarsi, trasformando la fisionomia dei componimenti in vere e proprie “risacche” sentimentalistiche, dove il vuoto percepibile tra gli interstizi delle parole si fa portavoce di un’eco sentimentale ed esistenziale che ritorna pur sempre alla realtà ultima delle cose, al qui e ora dello haijin.
Il modello tradizionale cede così il passo ad una ricostruzione poetica più simbolica e raccolta. I riferimenti stagionali si fanno più tenui e sottili e paiono quasi risiedere unicamente nella coscienza del poeta. La struttura metrica resta invariata; così, il modello 5-7-5 viene rigorosamente rispettato da Glauco Saba anche per gli haiku scritti in lingua francese e inglese, con sporadiche eccezioni dettate da esigenze stilistiche.
L’ampio ventaglio di tematiche rendono la seconda parte dell’opera molto vicina allo stile gendai 現代. La realtà viene attualizzata, mentre i moti sentimentali dell’autore emergono con maggior evidenza; gli oggetti non rappresentano più lo specchio afono della realtà, ma si appropriano di un timbro vocalico proprio, capace di suscitare nel lettore le più diverse emozioni, come nello haiku che segue:

faded photographs –
an old spirit is sleeping
inside the album

(Vecchie fotografie/ un vecchio spirito sta dormendo/ dentro l’album)

Gli haiku in italiano che chiudono l’opera paiono, infine, mostrare un ritorno all’origine, al centro delle cose; tuttavia, lo fanno partendo da una presa di coscienza ormai ineludibile, ossia dalla consapevolezza che l’uomo, per quanto essere evoluto ed emancipato, non può considerarsi “altro” rispetto al proprio vissuto e alla realtà circostante. Il poeta, una volta intrapreso il proprio cammino di “verità e bellezza”, non può che tornare là dove ogni cosa è iniziata, allo shizen 自然 o “realtà naturale” che in se stessa trova avvio e compimento.
Glauco Saba, forte della propria esperienza di haijin, ci lascia intravedere la verità dietro al principio del fueki ryūkō (不易流行, “l’eterno e il contingente”), dimostrandoci che essere contemporanei non significa necessariamente abbandonare il sentiero percorso a suo tempo dagli antichi maestri, ma semplicemente cogliere ciò che di vero e autentico continua ad esistere nel mondo, nei piccoli accadimenti quotidiani, negli incontri e nelle separazioni, e in tutto ciò che lega l’individuo alle proprie radici:

voce di flauto
lo spirito ritrova
la sua ombra

Suite per haiku è, dunque, in buona sostanza, un libro che presenta molteplici livelli di lettura. È una raccolta che, apparentemente eterogenea per argomenti, mostra invero una solida unità nel tracciare il cerchio di un’evoluzione (innanzitutto umana, ma anche poetica) che procede per gradi di affinamento successivi, reinterpretando in chiave personale un percorso senza origine e senza epilogo capace di condurre il suo autore alla verità ultima (makoto 誠) della propria condizione.

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