夕日影町中に飛こてふ哉
yūhi kage machi naka ni tobu kochō kana
luci del tramonto –
una farfalla vola
nella città
鐘ひとつ賣れぬ日はなし江戸の春
kane hitotsu urenu hi wa nashi Edo no haru
ogni giorno
una campana venduta –
primavera di Edo
夕日影町中に飛こてふ哉
yūhi kage machi naka ni tobu kochō kana
luci del tramonto –
una farfalla vola
nella città
鐘ひとつ賣れぬ日はなし江戸の春
kane hitotsu urenu hi wa nashi Edo no haru
ogni giorno
una campana venduta –
primavera di Edo
聖樹灯り水の如くに月夜かな
seiju tomori mizu no gotoku ni tsukiyo kana
luci dell’albero di Natale –
la notte di luna
simile all’acqua…
Dakotsu Īda (1885-1962)
Da: Gendai bungaku taikei, Vol. 69, 1963, p. 169
クリスマス胡桃の樹肌あたたかに
Kurisumasu kurumi no kihada atataka ni
Natale –
resta il calore
nella corteccia del noce
Mitsuhashi Takajo (1899-1972)
Da: Gendai hyaku meikushū, Tokyo Shiki Shuppan, 2004, p. 136
くらきより浪寄せて来る浜納涼
kuraki yori nami yosetekuru hama nōryō
dall’oscurità
s’avvicinano le onde –
sera fresca sulla spiaggia
Da: Haiku dai saijiki, Kadokawa Shoten, 2006, p. 201
白れむに夕日の金の滴れり
hakuremu ni yūhi no kin no shitatareri
l’oro del tramonto
gocciola sul candore
delle magnolie…
Da: Gendai kushū, Chikuma Shobō, 1973, p. 270 Leggi tutto “Cinque haiku di Usuda Arō”
Auschwitz e simili è l’ultima raccolta di haiku di Toni Piccini, edita dalla Red Moon Press di Jim Kacian in quadruplice lingua (italiano, inglese, ebraico e tedesco); l’opera segue di quattro anni l’uscita di No Password (Terra d’Ulivi, 2014), inanellandosi stilisticamente a quest’ultima ma distanziandovisi, al contempo, significativamente per la complessità e delicatezza delle tematiche affrontate, ossia la vita (o, meglio, la morte) nei campi di concentramento nazisti.
«Vi sono immagini figlie della mia penna […] ed altre connesse a realtà storicamente documentate», precisa l’autore nella sua Introduzione, evidenziando peraltro la presenza di (poche ma essenziali) note a piè di libro che accompagnano il lettore in questo cammino di verità terribile ma necessario. Leggi tutto “Ombre pulviscolari”
evening rain
the cat licks his fur
on the bed
pioggia serale
il gatto si lecca il pelo
sopra il letto
silhouette
fisherman’s net
at dusk
silhouette
la rete del pescatore
al crepuscolo Leggi tutto “Cinque haiku di Penny Harter”
Ciò che più mi è piaciuto della raccolta è il fatto che l’autore abbia saputo ricorrere a elementi estetici tipici giapponesi e attualizzarli per descrivere il suo mondo individuale. Nei componimenti ho trovato più chiavi di lettura, da quella naturalistica a quelle filosofica e psicologica, senza che l’una escludesse le altre, grazie a un sottile gioco di accostamenti tra antico e contemporaneo, effimero e sempiterno, modesto e sensazionale. Da Shiki in avanti gli haiku vengono letti in chiave Zen, come la manifestazione di una pace raggiunta, ma i suoi scritti, invece, danno l’idea che le epifanie date dall’ambiente naturale in cui vive e contempla, siano il frutto di un turbamento interiore che solo con la scrittura riesce ad esorcizzare. Leggi tutto “Epifanie del quotidiano”
月夜戻りて長い手紙を書き出す
tsukiyo modorite nagai tegami o kakidasu
notte di luna –
rincasato, inizio a scrivere
una lunga lettera
Da: Bungaku no niji tatsu michi, Fujishoten, 1990, p. 332
雨の日は御灯ともし一人居る
ame no hi wa gohitomoshi hitori iru
giorno di pioggia:
resto da solo
alla luce della torcia
Da: Tōkō no rakugaki, Shunjū-sha, 1966, p. 32 Leggi tutto “Cinque haiku di Ozaki Hōsai”
neve d’autunno –
sul vecchio telaio un ragno
intreccia i fili
Questo haiku di Maria Carmela si caratterizza per il ricorso ad un lessico semplice e mai pretestuoso, che contribuisce a rendere ancor più chiara e coinvolgente la giustapposizione (toriawase 取り合わせ) tra le due immagini presentate.
La prima neve del rigo d’esordio esalta, così, un fascino sobrio e malinconico, recuperando tanto lo spirito classico del sabi 寂 (la bellezza di ciò che è “patinato” dal tempo) quanto una dimensione di solitaria contemplazione (wabi 侘び).
L’“irregolarità” (fukinsei 不均斉) delle forme, direttrice particolarmente ricorrente in queste costruzioni poetiche, cede tuttavia il passo ad una visione più “omogenea” e regolare, alle naturali geometrie della tela di un ragno che, con paziente perizia, dà compimento al proprio lavoro. Leggi tutto “Su fili di neve”
Di seguito presento la celebre kasen renga 歌仙連歌 (“renga di 36 stanze”) Umi kurete 海くれて (“Si oscura il mare”), composta nel 1684 da Matsuo Bashō (1644-1694) insieme a Hayashi Tōyō 林桐葉 (?-1712), Hozumi Tōtō 穂積東藤 (?-?) e Kōzan 工山 (?-?), da me tradotta.
I
海くれて鴨の聲ほのかに白し
umi kurete kamo no koe honokani shiroshi
si oscura il mare:
la voce delle anatre
di un indistinto candore…
啓蟄や幼児のごとく足ならし
keichitsu ya yōji no gotoku ashi narashi
risveglio d’insetto –
s’abitua alle zampe
come un bimbo
Da: Kihon kigo gohyaku-sen, Kōdansha, 1986, p. 112
秋の蝶山に私を置き去りぬ
aki no chō yama ni watashi wo oki sarinu
la farfalla d’autunno
se ne va lasciandomi
tra le montagne
Da: Haiku kenkyū, Vol. 38, 1971, p. 54 Leggi tutto “Cinque haiku di Abe Midorijo”