La memoria dei rami

Commento critico allo haiku di Stefania Ferregutti, pubblicato sulla pagina Facebook del Gruppo di studio sullo haiku il 21 settembre 2018.

Foglie ingiallite –
il nome in stampatello
su vecchi diari

Quest’opera della Ferregutti si caratterizza per un profondo senso di malinconia legato allo scorrere inesorabile del tempo (sabi 寂), laddove la solitudine dell’autore non assume, tuttavia, una connotazione negativa, quanto piuttosto un’occasione per lo sviluppo di una consapevolezza poetica capace di coniugare il proprio sentire e le trasformazioni della natura, esaltandone la componente sentimentale (shibo 思慕), pur senza creare una scollatura tra la scena e il protagonista e, dunque, senza mai appesantire la dote immaginifica dello scritto con forme individualistiche.
Così, le foglie ingiallite – simbolo evidente di un autunno appena iniziato – si giustappongono alla riscoperta di un passato più o meno lontano, nel quale l’autrice, allora probabilmente bambina, muoveva i primi passi nell’affermazione del sé in questo mondo, scrivendo il proprio nome a lettere maiuscole (la prima, più immediata e riconoscibile forma espressiva); proprio nel recupero di quei vecchi diari risiede il pregio associativo, nel gesto non registrato (ma affidato all’immaginazione del lettore) dell’apertura di un baule o di una scatola: Leggi tutto “La memoria dei rami”

Ciò che le foglie non dicono

Prefazione alla racolta 365 Haiku. Impermanenza e Eternità di Gaia Ortino Moreschini (Edizioni Helicon, 2014, pp. 392).

«La natura non è altro che una poesia enigmatica»
– Michel Eyquem de Montaigne, da Saggi (1571)

365 Haiku di Gaia Ortino Moreschini cattura subito l’attenzione del lettore per quel delicato approccio al dato naturalistico che caratterizza l’opera nel suo complesso. È come se la realtà ripiegasse su se stessa, mutando forma ma non contenuto, mentre l’osservatore inesorabilmente si confronta con l’esperienza fàtica del vivere, in uno slancio di consapevolezza che è al contempo attestazione di libertà e confessione d’impotenza.
Gli scritti, fedeli al modello 5-7-5 (per lettura ortografica o metrica) e ad un’imprescindibile aggancio stagionale, danno quasi l’impressione di oscillare tra gli estremi di una raffigurazione del vero e di una più sottile ricostruzione poetica, senza per questo perdere quella dote di spontaneità e naturalezza che rende viva ed efficace l’esperienza haiku. Leggi tutto “Ciò che le foglie non dicono”

Il segno delle piccole cose

Nota introduttiva alla raccolta In ogni uomo un haiku di Antonio Sacco (Arduino Sacco Editore, 2015, pp. 56, Euro 9,90).

La raccolta In ogni uomo un haiku di Antonio Sacco riunisce oltre duecento componimenti, tutti accomunati da un’attenzione al dato naturalistico che, tuttavia, non si esaurisce nell’oggetto contemplato, ma si propaga fino ad abbracciare le più intime sensazioni dell’osservatore, dello haijin.
Al fascino delicato (shiori しをり) e, a tratti, malinconico di alcuni haiku, se ne contrappongono altri decisamente più “forti”. Non si tratta, tuttavia, di una forza brutale, impositrice od autoreferenziale (cosa che inevitabilmente spezzerebbe l’armonia stessa di questo genere), quanto piuttosto di un vigore poetico assimilabile all’impronta dei Maestri di ukiyo-e 浮世絵, nei cui tratti si ravvisa sempre una qualche indicibile ma chiara geometria. E come questa geometria, pur andandosi a definire nelle profondità del vuoto, abbisogna pur sempre di un gesto deciso, di una traccia, per farsi testimone del mistero (yūgen 幽玄), così le parole dell’Autore, lungi dal voler rappresentare un’idea, vi si identifica puramente e semplicemente, legandosi alle cose per immedesimazione e non per significato. Leggi tutto “Il segno delle piccole cose”

Una fragile assenza

Commento critico allo haiku di Vincenzo Adamo, pubblicato sulla pagina Facebook del Gruppo di studio sullo haiku il 20 luglio 2018.

alte sterpaglie
un canto di cicala
s’aggrappa al vento

Questo haiku di Vincenzo Adamo colpisce per l’evocatività della scena rappresentata e per quel senso di fragilità (shiori しをり), levità (karumi 軽み) e silenziosa malinconia (wabi 侘) che emerge già ad una prima, rapida lettura.
Le due immagini che compongono lo scritto (le alte sterpaglie, da un lato, e il verso della cicala trasportato dal vento, dall’altro), sebbene mostrino un chiaro segno di reciproca dipendenza – laddove, in particolare, il rigo d’esordio specifica il locus dell’azione poetica, o meglio l’origine dei due versi successivi – aprono invero ad un interessante contrasto “fisico”, contrapponendo un senso di staticità e densità quasi claustrofobica (appunto, le sterpaglie che, incolte, coprono la visuale dello spettatore a causa della loro crescita incontrollata) ad un principio di movimento, di libertà ed impermanenza (il vento che passa attraverso ogni minima fessura, nei campi).
Seguendo questa linea interpretativa non è dunque difficile richiamare alla mente uno dei più noti haiku di Matsuo Bashō (1644-1694): Leggi tutto “Una fragile assenza”

Intervista a Maria Laura Valente, a cura di Luca Cenisi

L.C. Innanzitutto, Maria Laura, grazie per avermi concesso la tua disponibilità per questa intervista. La prima domanda è, in verità, una richiesta di presentazione: puoi raccontarci brevemente chi sei e cosa fai nella vita?

M.L.V. Ciao Luca. Grazie a te per l’onore di questa intervista per il tuo sito, che seguo con costanza ed interesse, poiché è una fonte preziosa di arricchimento culturale ed umano per tutti gli amanti della letteratura e dell’arte di matrice giapponese.
Mi presento brevemente: mi chiamo Maria Laura Valente, sono nata a Campobasso (Molise) nel 1976 e risiedo a Cesena, in Romagna, la terra natia di mio marito Valerius e che ha dato i natali anche a mia figlia Lorelei. Sono un’insegnante di materie letterarie alle superiori (ovvero, nella Scuola Secondaria di Secondo Grado, per usare l’attuale nomenclatura sancita dal MIUR). Leggi tutto “Intervista a Maria Laura Valente, a cura di Luca Cenisi”

L’attesa del cielo

Commento critico allo haiku di Eufemia Griffo, pubblicato sulla rivista Otata il 1° luglio 2018.

spring fog
the muffled cry
of a seagull

nebbia primaverile
il grido ovattato
di un gabbiano

L’autrice, con questo componimento – permeato da un evidente senso di levità (karumi 軽み) ma, al contempo, da un fascino solitario e melanconico (sabi 寂) – coniuga semplicità di dettato e profondità di sentire, elaborando per il tramite della propria esperienza un senso di indicibile che si pone quale paradigma interpretativo circolare e, tuttavia, “aperto”.
Così, la nebbia di primavera (harugasumi 春霞, kigo appartenente alla categoria “celeste” all’interno dei saijiki 歳時記), nell’avvolgere nel suo manto di silenzi ogni cosa, opera di fatto come reductio ad unum, annullando ogni differenziazione cromatica e sonora in favore di un’uniformità impenetrabile, voluminosa (futoi 太い) e, ad una prima lettura, opprimente. Leggi tutto “L’attesa del cielo”

Un punto nella notte

Recensione di Un tintinnio per strada di Oscar Luparia e Sonia Maria Bizzarro, Issuu.com, 2018, pp. 85.

Un tintinnio per strada rappresenta l’ultima fatica letteraria di Oscar Luparia e Sonia Maria Bizzarro – entrambi poeti di lungo corso, ben noti nel panorama haiku non solo nazionale – e racchiude 50 scritti (12 per ciascuna stagione e 2 in apertura e chiusura) in doppia lingua, italiano e inglese.
La raccolta è inoltre arricchita da numerosi contributi fotografici di altrettanti artisti, contribuendo ad alimentare una suggestività scenica già decisamente pregevole, secondo una ricostruzione formale aderente al modello degli shahai 写俳 (“haiku fotografici”).
«La descrizione della natura diventa un ponte per la natura umana, la scarna descrizione un filo teso tra le sponde della concisione e dell’attimo», scrive Antonella Filippi nella sua lucida nota introduttiva, e proprio da queste premesse si dipana l’intreccio lirico della raccolta, il quale pone al centro un’unificazione tra soggetto e oggetto (o, meglio, tra percipiente e percepito) mai forzata, grazie a cui l’esito poetico non diviene frutto di uno sforzo immaginifico dell’autore, ma una crescita spontanea che nell’autore stesso trova veicolo di propagazione in questo mondo. Leggi tutto “Un punto nella notte”

Prati di sole

Recensione del libro Haiku e renga di Edda Bresciani e Franco Bonsignori, Edizioni ETS, 2016, pp. 20, Euro 5,00.

Haiku e renga è una prezioso e inedito esperimento letterario a quattro mani, edito dalle Edizioni ETS di Pisa, che propone 16 poesie haiku e 8 renga brevi o tan renga 短連歌 (ossia poesie “a catena”, frutto del contributo di due autori, redatte secondo lo schema metrico 5-7-5 7-7). La novità risiede appunto nel secondo gruppo di scritti, in quanto raramente presenti in pubblicazioni italiane al di fuori dei social network e dei blog specializzati, ma che gli autori hanno avuto indubbiamente modo di approfondire, dati i pregevoli esiti qui raccolti.
Le firme sono di Edda Bresciani, Professore Emerito di egittologia, nonché editor della rivista «Egitto e Vicino Oriente», e Franco Bonsignori, Professore di Filosofia del diritto. Due formazioni accademiche molto diverse tra loro, dunque, accomunate tuttavia da un profondo interesse nei confronti della poesia giapponese. Leggi tutto “Prati di sole”

Voci di flauto

Recensione della raccolta Suite per haiku di Glauco Saba, Edizioni Progetto Cultura, 2015, pp. 80, Euro 10,00.

Suite per haiku di Glauco Saba è una raccolta che ben rappresenta le poliedriche doti letterarie dell’autore nel campo della poesia haiku.
Nelle quattro sezioni che compongono la prima parte del libro (una per ogni stagione), è possibile cogliere una maturità linguistica mai pretenziosa o esasperata, in perfetta sintonia con i caratteri di spontaneità ed immediatezza, che da sempre costituiscono le fondamenta espressive del genere haiku.
Sebbene i titoli delle sezioni forniscano un primo inquadramento temporale delle opere racchiuse al loro interno, il Saba non manca di dotare ciascun componimento di un riferimento stagionale solido e puntuale, così da permettere al lettore di immedesimarsi nel “sentimento stagionale” dell’opera (kikan 季感) con il minimo sforzo interpretativo.
La levità (karumi 軽み) delle immagini e dei sentimenti, ben evidente soprattutto nella parte dedicata alla primavera (Cadono bianchi/ petali di magnolia/ a uno a uno), si alterna ad apici espressivi più vigorosi e prorompenti, come nello haiku che segue: Leggi tutto “Voci di flauto”