Cinque gendai haiku di Ban’ya Natsuishi

kumo no ko yo yozora no kansei fukanōsei

Baby spiders,
the impossibility of the
night sky’s perfection

piccoli ragni,
l’impossibile perfezione
del cielo notturno

ten takaku shinfuonī-teki shintai hitotsu

The sky is high
a body
like a symphony

il cielo è alto
un corpo
come una sinfonia

minakami ni koe no recchū ari hakubo

Upstream
there’s a colonnade of voices
twilight

a monte
c’è un colonnato di voci
il crepuscolo

hiru no kiseki e yotayota mori no harinezumi

Waddling into
this noonday miracle:
a forest hedgehog

barcollando
in questo miracolo di mezzogiorno:
un riccio nella foresta

hakusha kokushō suishōtai no kokū kana

White beach, black pines
sky is
a crystalline lens

spiaggia bianca, pini neri
il cielo è
una lente di cristallo

Da Ban’ya Natsuishi, A Future Waterfall: 100 Haiku from the Japanese, Red Moon Press, 2004.

Traduzioni in italiano di Luca Cenisi

Link: http://www.thehaikufoundation.org/omeka/items/show/61

Ban’ya Natsuishi, all’anagrafe Masayuki Inui (Aioi, 1955) è un haijin giapponese. Ha fondato nel 1998, insieme alla poetessa Sayumi Kamakura, la rivista internazionale Gin’yu 吟遊 (‘Trovatore’, www.ginyu-haiku.com) e, nel 2000, insieme a Jim Kacian e Dimitar Anakiev, la World Haiku Association (WHA) a Tolmin, in Slovenia. Avvicinatosi allo haiku grazie all’incontro con Kaneko Tōta (1919-2018) e Takayanagi Shigenobu (1923-1983), partecipa attivamente a numerosi eventi letterari in tutto il mondo, organizzando incontri e conferenze dedicati a questo genere poetico. Ha vinto diversi premi sia in Giappone che all’estero. Tra le sue principali pubblicazioni ricordiamo: Ryōjōki 猟常記 (‘Resoconti di caccia’) del 1983, Kamigami no fūga 神々のフーガ (‘Fuga degli dei’) del 1990, Soratobu hōō 空飛ぶ法王 (‘Il Papa volante’) del 2008, Burakku kādo ブラックカード (‘Black Card’) del 2012 e Natsuishi Ban’ya jisen hyaku ku 夏石番矢自選百句 (‘Cento [hai]ku auto-selezionati di Ban’ya Natsuishi’) del 2015.
Il suo registro espressivo, ricco e immaginifico, lo ha portato ad una visione poetica libera da preconcetti, componendo opere spesso slegate dallo schema 5-7-5 e dalla presenza di un riferimento stagionale (muki haiku 無季俳句), ma invariabilmente legate al concetto universale di “interazione”, ossia di reciproca conoscenza e compenetrazione tra viventi (sia tra individualità e natura che tra esseri umani).
In un’intervista rilasciata a Dimitar Anakiev e riportata proprio nella raccolta A Future Waterfall (pp. 66-71), Natsuishi afferma che «lo haiku è il genere poetico più importante di questo nuovo secolo, poiché questa forma così breve è in grado di veicolare il messaggio più significativo».

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