
No telegram today
only more leaves
fell.
Nessun telegramma oggi
sono cadute solo
altre foglie.
Following each other
my cats stop
when it thunders.
Rincorrendosi
i miei gatti si fermano
quando tuona. Leggi tutto “Cinque haiku di Jack Kerouac”

No telegram today
only more leaves
fell.
Nessun telegramma oggi
sono cadute solo
altre foglie.
Following each other
my cats stop
when it thunders.
Rincorrendosi
i miei gatti si fermano
quando tuona. Leggi tutto “Cinque haiku di Jack Kerouac”

木啄や枯木をさがす花の中
kitsutsuki ya kareki o sagasu hana no naka
un picchio –
cerca nei fiori
il legno secco
野も山も雪にとられて何もなし
no mo yama mo yuki ni torarete nani mo nashi
non v’è nulla –
catturati dalla neve
i campi e i monti Leggi tutto “Cinque haiku di Naitō Jōsō”
La raccolta In ogni uomo un haiku di Antonio Sacco riunisce oltre duecento componimenti, tutti accomunati da un’attenzione al dato naturalistico che, tuttavia, non si esaurisce nell’oggetto contemplato, ma si propaga fino ad abbracciare le più intime sensazioni dell’osservatore, dello haijin.
Al fascino delicato (shiori しをり) e, a tratti, malinconico di alcuni haiku, se ne contrappongono altri decisamente più “forti”. Non si tratta, tuttavia, di una forza brutale, impositrice od autoreferenziale (cosa che inevitabilmente spezzerebbe l’armonia stessa di questo genere), quanto piuttosto di un vigore poetico assimilabile all’impronta dei Maestri di ukiyo-e 浮世絵, nei cui tratti si ravvisa sempre una qualche indicibile ma chiara geometria. E come questa geometria, pur andandosi a definire nelle profondità del vuoto, abbisogna pur sempre di un gesto deciso, di una traccia, per farsi testimone del mistero (yūgen 幽玄), così le parole dell’Autore, lungi dal voler rappresentare un’idea, vi si identifica puramente e semplicemente, legandosi alle cose per immedesimazione e non per significato. Leggi tutto “Il segno delle piccole cose”

春天に鳩をあげたる伽藍かな
haru ama ni hato wo agetaru garan kana
al tempio
liberati i colombi
nel cielo di primavera
Da: Tsudzuki gendai haiku no hihan to kanshō, Kadokawa Shoten, 1956, p. 25
明滅のいずれ悲しき蛍かな
meimetsu no izure kanashiki hotaru kana
luci tremolanti –
quale tristezza
per le lucciole…
Da: Nyūmon saijiki, Kadokawa Shoten, 1980, p. 285 Leggi tutto “Cinque haiku di Kawabata Bōsha”
«Non insistere nel voler riportare subito il momento [di ispirazione]; lascia che esso respiri, che viva. Lascia che ti riveli se è uno haiku, una qualche altra forma poetica o qualcosa di inesprimibile.» Con queste parole, l’editore e critico Jim Kacian, nel suo How to Haiku (Red Moon Press, 2006) intende fornire al lettore gli strumenti per cogliere appieno quello che, in America, viene definito “haiku moment”, ossia l’istante – unico ed irripetibile – nel quale il poeta, divenuto un tutt’uno con la realtà circostante, si lascia da questa attraversare (mono no aware 物の哀れ), cogliendone ogni minima variazione e creando, così, le condizioni necessarie affinché possa nascere un autentico haiku.
Il poeta svedese Jörgen Johansson ha decisamente appreso questa lezione, e con heads or tails – terza raccolta dell’autore edita proprio dalla Red Moon Press – ce ne dà dimostrazione, attraverso un linguaggio poetico caratterizzato da un profondo senso di novità e freschezza (atarashimi 新しみ) nel quale l’individuo-poeta, pur senza mai rinnegare la propria individualità, si apre al mondo con semplicità e cuore sincero (magokoro 真心), accordando il proprio sentire alle evoluzioni del momento presente. Leggi tutto “La leggerezza dell’azzardo”

蝉の朝愛憎は悉く我に還る
semi no asa aizō wa kotogotoku ware ni kaeru
mattino di cicale –
tutto il bene e il male
ritorna a me
Da: Gendai hairon-shū, Kawade Shobō Shinsha, 1983, p. 93
かりがねやのこるものみな美しき
karigane ya nokoru mono mina utsukushiki
oche selvatiche –
tutto ciò che resta
è stupendo
Da: Byōgan, 1946, p. 36 Leggi tutto “Cinque haiku di Ishida Hakyō”

赤い椿白い椿と落ちにけり
akai tsubaki shiroi tsubaki to ochinikeri
cadono entrambe
una camelia rossa,
una camelia bianca…
蝉涼し朴の広葉に風の吹く
semi suzushi hō no kōha ni kaze no fuku
fresche cicale –
il vento sulle grandi foglie
della magnolia Leggi tutto “Cinque haiku di Kawahigashi Hekigotō”

闇の夜や巣をまどはしてなく鵆
yami no yo ya su wo madowashite naku chidori
la notte buia –
il grido di un piviere
che ha smarrito il nido
人も見ぬ春や鏡のうらの梅
hito mo minu haru ya kagami no ura no ume
la primavera
che nessuno conosce –
i pruni oltre lo specchio Leggi tutto “Cinque haiku di Matsuo Bashō”
Commento critico allo haiku di Vincenzo Adamo, pubblicato sulla pagina Facebook del Gruppo di studio sullo haiku il 20 luglio 2018.
alte sterpaglie
un canto di cicala
s’aggrappa al vento
Questo haiku di Vincenzo Adamo colpisce per l’evocatività della scena rappresentata e per quel senso di fragilità (shiori しをり), levità (karumi 軽み) e silenziosa malinconia (wabi 侘) che emerge già ad una prima, rapida lettura.
Le due immagini che compongono lo scritto (le alte sterpaglie, da un lato, e il verso della cicala trasportato dal vento, dall’altro), sebbene mostrino un chiaro segno di reciproca dipendenza – laddove, in particolare, il rigo d’esordio specifica il locus dell’azione poetica, o meglio l’origine dei due versi successivi – aprono invero ad un interessante contrasto “fisico”, contrapponendo un senso di staticità e densità quasi claustrofobica (appunto, le sterpaglie che, incolte, coprono la visuale dello spettatore a causa della loro crescita incontrollata) ad un principio di movimento, di libertà ed impermanenza (il vento che passa attraverso ogni minima fessura, nei campi).
Seguendo questa linea interpretativa non è dunque difficile richiamare alla mente uno dei più noti haiku di Matsuo Bashō (1644-1694): Leggi tutto “Una fragile assenza”

ptièji je cvrkut
razasut meðu
stablima kiše
a bird’s song
scattered among
raindrops
un canto d’uccello
sparso tra le gocce
di pioggia Leggi tutto “Tre haiku di Vladimir Devidé”