春の日や庭に雀の砂あひて
haru no hi ya niwa ni suzume no suna abite
giorno di primavera –
nel giardino il passero
bagnato di sabbia Leggi tutto “Tre haiku di Uejima Onitsura”
春の日や庭に雀の砂あひて
haru no hi ya niwa ni suzume no suna abite
giorno di primavera –
nel giardino il passero
bagnato di sabbia Leggi tutto “Tre haiku di Uejima Onitsura”
Alla parola “haiku” un numero sempre maggiore di persone associa oggi, quasi pacificamente, la definizione di un genere poetico di origine giapponese, composto da diciassette sillabe e tre versi (secondo lo schema 5-7-5) e derivato dal cosiddetto hokku 発句, la prima stanza di una forma letteraria più antica, a carattere collaborativo, detta renga 連歌 (“poesia legata”).
Pochi sanno, invece, che per comporre un buon haiku è necessario applicare altri canoni di forma e di “contenuto”, in primis la presenza di un riferimento stagionale o kigo 季語 (dal giapponese, letteralmente, “parola della stagione”), ossia quel termine/espressione che, direttamente od indirettamente, permetta di identificare il periodo dell’anno in cui lo scritto è stato composto o al quale il medesimo fa riferimento, come nell’opera che segue:
shiromomo ya tsubomi urumeru eda no sori
un pesco bianco:
la curva del ramo
rapita dai fiori
Ryūnosuke Akutagawa (1892-1927) Leggi tutto “Lo haiku. Un primo approccio estetico”