Tre waka estive

わがやどの池の藤波さきにけり山郭公いつかきなかむ
wa ga yado no ike no fujiunami sakinikeri yama hototogisu itsu ka kinakamu

Nel mio giardino
i fiori di glicine sul laghetto,
ecco, ad onde sono sbocciati.
Quando verrà a cantare
il cuculo della montagna?

Anonimo, III:135

 

けさきなきいまだたびなる郭公花たちばなにやどはからなむ
kesa kinaki imada tabi naru hototogisu hana tachibana ni yado wa karanamu

Solo stamane sei giunto,
ancora viandante sei,
o cuculo canoro:
sull’albero di mandarino
in fiore, prendi alloggio.

Anonimo, III:141

 

夏の夜はまだよひながらあけぬるを雲のいづこに月やどるらむ
natsu no yo wa mada yoi nagara akenuru o kumo no izuko ni tsuki yadoruramu

La notte d’estate,
mentre è ancora sera,
già si schiude all’aurora.
Dove, fra le nubi,
si è rifugiata la luna?

Kiyohara no Fukayabu, III:166

 

* Poesie tratte da I. Sagiyama (a cura di), Kokin Waka shū. Raccolta di poesie giapponesi antiche e moderne, Edizioni Ariele, 2000.

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