Commento critico allo haiku di Angelica Costantini, pubblicato sulla pagina Facebook del Gruppo di studio sullo haiku l’8 gennaio 2019.
ore d’inverno –
un corvo in volo taglia
la pioggia a metà
Un’opera caratterizzata da una combinazione di immagini (toriawase 取り合わせ) fresca ed evocativa, che porta ad un’accelerazione scenica tangibile e decisamente coinvolgente.
L’involuzione lenta e silenziosa (seijaku 静寂) del primo verso, infatti, viene spezzata – oltre che graficamente, mediante ricorso al kireji 切れ字 – dal volo di un corvo nel secondo ku 句, che pare tagliare in due la pioggia come la lama invisibile di un coltello, facendo progredire gli eventi in maniera del tutto inattesa e subitanea. La sottigliezza (hosomi 細身) che informa la seconda parte dello scritto assume così una doppia direzione: verticale, in quanto riferibile alla pioggia invernale che cade dal cielo, ed orizzontale, collegata al movimento trasversale dell’uccello (verosimilmente, da un ramo all’altro). Leggi tutto “La fragilità del volo”


Questo haiku di Maria Carmela si caratterizza per il ricorso ad un lessico semplice e mai pretestuoso, che contribuisce a rendere ancor più chiara e coinvolgente la giustapposizione (toriawase 取り合わせ) tra le due immagini presentate.
Quest’opera della Ferregutti si caratterizza per un profondo senso di malinconia legato allo scorrere inesorabile del tempo (sabi 寂), laddove la solitudine dell’autore non assume, tuttavia, una connotazione negativa, quanto piuttosto un’occasione per lo sviluppo di una consapevolezza poetica capace di coniugare il proprio sentire e le trasformazioni della natura, esaltandone la componente sentimentale (shibo 思慕), pur senza creare una scollatura tra la scena e il protagonista e, dunque, senza mai appesantire la dote immaginifica dello scritto con forme individualistiche.
Questo componimento di Francesco Palladino si distanzia dalla metrica “classica” dello haiku (teikei 定型) per favorire uno sviluppo poetico che è espressione diretta (sugata 姿) del presente vissuto dall’autore, laddove il linguaggio, posto di fronte all’inesprimibile, arrocca su se stesso, arretrando secondo le guide di un allineamento al quotidiano che, per necessità, aderisce a una dimensione vuota (yohaku 余白) prossima al silenzio.
Questo haiku di Vincenzo Adamo colpisce per l’evocatività della scena rappresentata e per quel senso di fragilità (shiori しをり), levità (karumi 軽み) e silenziosa malinconia (wabi 侘) che emerge già ad una prima, rapida lettura.
spring fog
Con questo haiku estivo, Andreina Pilia riesce a creare un senso di sospensione decisamente pregevole, uno spazio vuoto (ma 間) che apre al lettore una pluralità di suggestioni difficili da esprimere a parole, ma capaci di produrre un riverbero chiaro e incontrovertibile (yoin 余韻).