L.C.: Buongiorno, Diego. Grazie, innanzitutto, per aver acconsentito a questa breve intervista. Come prima cosa, vuoi raccontarci chi sei, quali studi hai compiuto e di cosa ti occupi?
D.M.: Grazie a te, Luca. Sono laureato in lingua e letteratura giapponese presso Sapienza – Università di Roma, dove ho conseguito sia la triennale che la specialistica. Come borsista, inoltre, ho studiato per due anni presso l’Università di Tokyo e l’Università delle Lingue Straniere di Tokyo. Mi occupo di poesia giapponese moderna e contemporanea e di poesia haiku, sia in qualità di studioso che di traduttore, ma anche come autore, poiché scrivo e pubblico regolarmente qui in Giappone.
L.C.: Qual è stato il tuo primo contatto con la poesia haiku e quali impressioni questa ti ha dato? Leggi tutto “Intervista a Diego Martina”


È possibile parlare di “haiku italiani”? La domanda, apparentemente scontata, solleva da sempre, in verità, diverse questioni, relative principalmente alle divergenze culturali che separano il Giappone (terra di origine dello haiku) e, appunto, l’Italia. Io stesso, durante le varie conferenze e presentazioni svolte in questi anni, ho ricevuto le più varie obiezioni, tutte riducibili sostanzialmente all’impossibilità di far aderire completamente ed esattamente lo haiku tradizionale giapponese a quello nostrano.
Haiku italiani è una piccola ma significativa raccolta di Luigi Oldani che esplora, con inedita lucidità e freschezza, i più reconditi movimenti dell’individuo-poeta in quella dimensione vuota propria, appunto, del genere haiku. Gli stati d’animo e le esperienze personali del poeta si legano, così, con credibilità a un tessuto naturalistico che, pur non sedimentandosi in un rigido contesto stagionale, pare esaltare una “percezione istintuale” (honnōteki na kankaku 本能的な感覚) mai artificiosa e premeditata, coltivando, all’esatto opposto, una partecipazione emotiva (kokoro ni kaku 心にかく) diretta, subitanea.