
La più breve visita a Kobarid che abbia mai fatto. L’intento era di vedere il museo della Grande Guerra, ma non avevo fatto i conti con la mia disabilità: l’esibizione è quasi tutta collocata ai piani alti del museo e ci sono parecchie scale. L’età dell’edificio non permette la realizzazione di un ascensore.
fredda giornata
ammirando un luogo
che non raggiungo
L’impiegata del museo, al nostro arrivo, mi comunica che se le mando una e-mail in anticipo, riesce a trovare una soluzione per me e che comunque oggi c’è una piccola mostra al pian terreno, insieme alla possibilità di vedere un cortometraggio sugli eventi bellici in zona, della durata di circa venti minuti: accetto di buon grado la visione del film. Leggi tutto “La mia Caporetto, di Andrea Cecon”


Ho caricato la sveglia alle 6:45 sul telefonino, un richiamo ogni cinque minuti. Non vorrei riaddormentarmi; ho un appuntamento, domani, alle dieci del mattino circa e non mi piace essere in ritardo o dover fare le cose con furia. Mi provoca stress.
Questo è sicuramente il più piccolo monaco buddista che abbia mai visto. Quanto entra da solo nella stanza per un controllo audiometrico, lo faccio accomodare sorridendogli. Rasato a zero nel suo saio color porpora, non apre bocca per tutto il tempo: avrà tra i sei e i sette anni.
«Lasciata la mia dimora, non desidero nulla. Avendo le mani vuote, non temo le insidie del viaggio.» Matsuo Bashō (dall’Oi no kobumi 笈の小文)