Recensione della raccolta The Clay Jar di Caroline Giles Banks, Wellington-Giles Press, 2013, Euro 2,63 (formato e-book).
The Clay Jar è una raccolta di haiku, senryū e haibun pubblicata nel 2013 dalla poetessa americana Caroline Giles Bank (attiva nel panorama letterario internazionale sin dalla fine degli anni Ottanta), uscita quasi in contemporanea alla forse più nota opera Tigers, Temples and Marigolds, edita nello stesso anno sempre per i tipi della Wellington-Giles Press.
Il libro è suddiviso in due parti o, meglio, in due sezioni: la prima racchiude oltre un centinaio di componimenti appartenenti sia al genere haiku che senryū, mentre la seconda presenta nove haibun, genere nel quale la Banks si cimenta ormai da diversi anni con esiti decisamente positivi.
Come di consueto in una raccolta in lingua inglese, gli scritti appartenenti alla prima sezione non seguono lo schema metrico in 5-7-5 sillabe, ma ne adottano uno più fluido e “libero”, foneticamente aderente al modello breve-lungo-breve, con alcune sporadiche eccezioni che, tuttavia, non scalfiscono l’evocatività delle scene in esse racchiuse. Leggi tutto “Come argilla”



Snow in a Silver Bowl è un saggio del 2013 scritto dal professor Hiroaki Sato, noto studioso di letteratura giapponese e traduttore, nonché Past President della Haiku Society of America (HSA) dal 1979 al 1981, il cui scopo è quello di indagare le origini e i tratti distintivi dello yūgen 幽玄, principio estetico di fondamentale importanza nell’arte nipponica, e dunque anche nell’approccio allo haiku.
La carezza del vento rappresenta la silloge d’esordio di Maria Laura Valente, haijin di talento già piuttosto nota nel panorama haiku internazionale, che con questo lavoro ha inteso raccogliere cinquanta dei suoi più significativi componimenti, accompagnando ciascuno a quattro traduzioni in lingua straniera: giapponese, inglese, francese e russo.
A Constellation of Songs è la prima, organica raccolta di haiku della poetessa e scrittrice singaporiana Christina Sng e racchiude, oltre ai componimenti, due dipinti sumi-e 墨絵 prodotti dalla stessa autrice e dalla figlia.
«Lasciata la mia dimora, non desidero nulla. Avendo le mani vuote, non temo le insidie del viaggio.» Matsuo Bashō (dall’Oi no kobumi 笈の小文)
Cha no yu di Antonella Tissot è il risultato tanto di un processo linguistico semplice e lineare quanto di uno studio attento delle origini e dei valori estetici fondamentali dello haiku. La suddivisione dell’opera in quattro Sezioni – una per ciascuna stagione – non vuole rappresentare una mera classificazione formale degli eventi, quanto piuttosto quel cammino circolare di ricerca che, partendo dall’individuo-poeta (Io haijin 俳人), torna a quest’ultimo arricchito di quella verità poetica che costituisce, in ultima istanza, la cifra più significativa di questo genere. Si tratta, naturalmente, del fūryū 風流, termine mutuato dalla tradizione artistica cinese che incarna, appunto, un vero e proprio “percorso” di scoperta e maturazione, sia poetica che personale. Scrive Bashō:
Empty Title Space rappresenta la più recente fatica letteraria del poeta svedese Daniel Gahnertz, e segue di tre anni la precedente silloge di haiku Non senza titolo, pubblicazione che ho avuto il piacere di recensire per le pagine di
L’edizione che viene qui presentata al pubblico italiano raccoglie due fondamentali contributi all’approfondimento della poesia haiku da parte di Torahiko Terada (1878-1935), noto fisico e scrittore giapponese, già professore all’Università Imperiale di Tokyo e al Tokyo Daigaku Jishin Kenkyu-jo: lo Haiku no seishin 俳句の精神 (“Lo spirito dello haiku”) del 1935 e il “diario” letterario Natsume Sōseki sensei no tsuioku 夏目 漱石先生の追憶 (“Ricordi del professor Natsume Sōseki”) del 1932.
E poi più nulla è un’antologia di haiku uscita a inizio anno per i tipi delle Edizioni Joker di Novi Ligure, la quale raccoglie il contributo di ben 25 haijin finlandesi, contributo che, come si legge nella nota iniziale di Antonio Parente (curatore e co-traduttore del libro), intende offrire un omaggio simbolico alla popolazione giapponese colpita dal disastro nucleare di Fukushima, avvenuto l’11 marzo 2011.