Lo haiku in lingua italiana

Lo haiku in lingua italiana, a cura dell’Associazione Italiana Haiku (AIH)

Il presente documento (pubblicato per la prima volta il 1° agosto 2015 sul sito ufficiale AIH da Luca Cenisi e Andrea Cecon) intende fornire una definizione chiara – ma al contempo aperta – della poesia haiku in lingua italiana.
Date, infatti, le differenze linguistiche tra il nostro Paese e il Giappone, e la conseguente impossibilità a trasporre con esattezza taluni elementi caratteristici del genere in questione (in primo luogo, la scansione fonetica in 17 on e i kireji¹), si è optato per un’enunciazione più marcatamente orientata al dato sostanziale, laddove, ferma restando la presenza degli elementi propri della tradizione haiku – come il riferimento stagionale e lo schema 5-7-5 – si è posto l’accento sul procedimento linguistico-concettuale sotteso alla sua formazione.
È stato, inoltre, introdotto un modello poetico, qui definito come “haiku monoverso” che, unico nel panorama letterario nazionale, intende proporre agli scrittori italiani un’alternativa effettiva e strutturalmente fondata allo haiku in tre versi distinti (che, giova ricordarlo, è frutto di una convenzione occidentale risalente al XIX secolo).

La definizione che segue, dunque, lungi dal voler fornire una soluzione chiusa ed incontrovertibile, intende piuttosto rappresentare un utile vademecum per quanti, neofiti o esperti, cercano delle coordinate concettuali entro cui inscrivere il proprio sentire poetico, ovvero una serie di regole basilari che, pur rispettando la diversità di vedute, siano condivisibili da un numero sempre maggiore di persone.

Definizione e caratteristiche

1. Lo haiku è un componimento poetico non rimato e privo di titolo, composto da diciassette sillabe (ortografiche o metriche), distribuite in tre versi o “segmenti fonetici”, secondo lo schema 5-7-5.
Esso non descrive direttamente le emozioni e i sentimenti del poeta; tutt’al più ne fa menzione, lasciando che le sensazioni traspaiano dall’osservazione del qui e ora naturalistico.
Il linguaggio dello haiku è un linguaggio semplice, immediato e privo di affettazione, volto a suggerire piuttosto che a spiegare.
2. Lo haiku deve contenere un riferimento stagionale, capace di evocare un sentimento stagionale sufficientemente forte.
Tale sentimento stagionale può emergere sia da parole od espressioni (kigo) specificamente legate a un dato periodo dell’anno, che dal contesto generale dello scritto, allorché le immagini evocate permettano al lettore di identificarsi con una precisa scena stagionale.
3. Lo haiku può prevedere una pausa o una cesura atta a dividere lo haiku stesso in due momenti:

statua di donna:
sotto i piedi nascono
mazzetti di iris

(Marco Pilotto)²

4. È ammessa anche la composizione di haiku redatti su un unico rigo (“haiku monoverso”).
Gli haiku monoverso prevedono uno schema metrico di complessive diciassette sillabe, generalmente suddivise in tre segmenti fonetici.
Negli haiku monoverso, deve parimenti essere presente un riferimento stagionale. Manca, tuttavia, una rappresentazione segnica dello “stacco”, laddove tale funzione è demandata al segmento fonetico centrale dello scritto, redatto in modo tale da permettere al lettore una pluralità di letture, tutte egualmente plausibili:

l’ultimo sogno va scomparendo il profumo dei tigli

(Andrea Cecon)³

In questi casi, dunque, il valore dello stacco non è demandato ad un’accezione grafica, ma alla semantica del momento mediano.
Nell’esempio che precede siamo, dunque, in grado di fornire una duplice lettura, con esiti espressivi nettamente distinti:

l’ultimo sogno [cesura:] va scomparendo il profumo dei tigli

l’ultimo sogno va scomparendo [cesura:] il profumo dei tigli

Note:

¹ L’On (“suono”), rappresenta l’unità fonetica di base in cui è suddivisibile una parola giapponese. Kireji (“parola che taglia”), invece, è un termine usato per indicare quella particolare categoria di parole che, nello haiku giapponese, segnano una pausa o una cesura del discorso poetico.
² Haiku pubblicato su Haijin Italia n. 15 del 30 gennaio 2014.
³ Versione originale in lingua inglese: my latest dream vanishes the scent of linden, pubblicata in Paper Wasp: A Journal of Haiku, Chapel Hill, Queensland, Australia, Vol. 15, n. 4, Primavera 2010.