Aprendo la circonferenza

Lettura di uno haiku di Gabriella De Masi, pubblicato all’interno del Gruppo di Studio sullo Haiku il 20 luglio 2023.

kiwi acerbo-
in un taglio deciso
gli occhi del gatto

Un componimento caratterizzato da una giustapposizione (toriawase 取り合わせ) fresca, lucida e recisamente efficace, che assimila l’elemento vegetale del kiwi tagliato agli occhi di un felino, rinvenendo familiari analogie cromatiche e di forma.
Di particolare interesse il contrasto, semantico e simbolico, tra gli aggettivi “acerbo” (v. 1) e “deciso” (v. 2); mentre il primo, infatti, rimanda ad un’incompiuta maturazione fisiologica e poetica, il secondo evidenzia e riafferma la prontezza di colui che è chiamato ad operare l’incisione riportata nel rigo mediano, incisione che, a sua volta, può essere letta come mero atto materiale o come figurato compimento di una scissione (kiridashi 切り出し) estetica.
La giustapposizione, non a caso, è resa mediante il ricorso al trattino (“-”), elemento generico di cesura (kireji 切れ字) che, anche da un punto di vista grafico, sostiene e rinforza l’atto stesso del tagliare. Leggi tutto “Aprendo la circonferenza”

Su candidi fili, la memoria

Lettura di uno haiku di Vincenzo Adamo, pubblicato all’interno del Gruppo di Studio sullo Haiku l’11 aprile 2020.

l’ultima neve –
la nonna perde il filo
del discorso

Uno haiku dai toni classici e ben bilanciato, con ji tarazu 字足らず (‘assenza di carattere’) nel rigo conclusivo. La giustapposizione (toriawase 取り合わせ) mette in relazione un evento naturalistico (l’ultima neve, a cavallo tra fine inverno e inizio primavera) e le vicende umane e personali dell’autore.
Così, se da un lato assistiamo a un movimento di segno positivo– l’implicito avvicinarsi del caldo e della bella stagione – dall’altro abbiamo una spinta uguale e contraria che disperde quel segnale in favore di una più intima e struggente ricostruzione. La nonna, infatti, con l’avanzare dell’età inizia a subire gli effetti di quel deterioramento cognitivo che porta, in diversi casi, alla demenza senile o all’Alzheimer.
L’evento qui registrato può invero costituire un’eccezione, un momento di défaillance che chiunque ha vissuto almeno una volta nella propria vita, magari perché assorto in altri pensieri od attività. Resta comunque il fatto che le due immagini si pongono in contrapposizione (shōgeki 衝撃) proprio alla luce dei diversi esiti che il tempo ha sull’uomo e sulla natura; il primo, esposto ad una progressione lenta ma inesorabile delle proprie fragilità, la seconda inserita in un contesto di tipo circolare che si rinnova eternamente. Leggi tutto “Su candidi fili, la memoria”

La lezione dei rami

Nota critica alla raccolta Il Pino e il bambù di Margherita Petriccione (Mnamon Editore, 2019, pp. 120, Euro 12,00).

Il pino e il bambù è la silloge d’esordio di Margherita Petriccione, apprezzata haijin italiana che negli ultimi anni ha conseguito numerosi riconoscimenti a livello internazionale e consolidato la propria presenza all’interno delle principali riviste di settore.
L’opera si compone di due sezioni: la prima racchiude 171 componimenti in forma di haiku, mentre la seconda presenta al lettore 34 tanka 短歌. I testi sono inoltre accompagnati da alcuni scatti fotografici di Francesca Mele e disegni della stessa Petriccione, che danno accesso a inedite prospettive delle scene rappresentate.
Già ad una prima, rapida scorsa alle pagine saltano all’occhio due peculiarità: il raggruppamento degli haiku non secondo la classica scansione stagionale, ma per mesi, e la molteplicità di forme che questi assumono, spaziando dal monoku al distico, sino a delineare strutture metricamente molto libere e vicine ad una matrice dichiaratamente gendai 現代, come nell’esempio che segue: Leggi tutto “La lezione dei rami”

Gli haiku monoverso, di Antonio Sacco

Questo articolo ha come finalità quella di analizzare le modalità compositive e di far luce sulle caratteristiche degli haiku monoverso (chiamati anche monoku o, in inglese, one-line haiku). In questo scritto prenderemo in esame come, e in che modo, gli haiku monoverso sono stati introdotti nel panorama letterario internazionale e, successivamente, come sono stati legittimati da un punto di vista storico. Passeremo, poi, ad esaminare la struttura e le peculiarità di questa particolare forma compositiva, mettendo anche in risalto analogie e differenze con gli haiku composti classicamente in tre versi. Vedremo che relazioni sussistono fra i monoku e i monostici (poesie costituite da un solo verso) anche qui attraverso analogie e differenze; proporremo infine la sistematizzazione dei vari haiku monoverso attraverso la loro suddivisione in tre gruppi principali proposta da Higginson (1). Leggi tutto “Gli haiku monoverso, di Antonio Sacco”

Con il perno a stringere le lame. L’estetica del kire: un’introduzione

Com’è noto, il ‘taglio’ (kire 切れ) presente all’interno di uno haiku consiste in «una cesura semantica e/o ritmico-grammaticale o una sospensione del discorso poetico atta a spezzare il flusso di pensiero del lettore e stimolarlo a ricercare il collegamento tra le due parti dell’opera così divise»(1). Tale cesura viene formalizzata, in Giappone, mediante ricorso ai c.d. kireji 切れ字 (‘caratteri che tagliano’), ossia fonemi(2) rientranti nel conteggio “sillabico” complessivo che svolgono al contempo una funzione semantica e grammaticale (appunto, lo stacco) e una stilistico-poetica propriamente detta, giacché capace di provocare nel lettore una risposta emotiva di ammirazione (eitan 詠嘆) ed un riverbero di suggestioni e sentimenti (yoin 余韻) particolarmente efficace.
Si legga, ad esempio, il seguente haiku a firma di Kobayashi Issa (1763-1828), nel quale lo stacco viene marcato da ya や, particella esclamativa la cui funzione è quella di enfatizzare quanto precedentemente scritto, preparando il lettore alla seconda parte del componimento: Leggi tutto “Con il perno a stringere le lame. L’estetica del kire: un’introduzione”

La densità dell’ombra

Recensione della raccolta Fango di strada di Çlirim Muça, Albalibri Editore, 2010, pp. 166, Euro 12,00.

Fango di strada è una corposa raccolta di haiku dell’editore, poeta e scrittore di origine albanese Çlirim Muça. Essa consta infatti, di 145 componimenti¹, suddivisi in quattro sezioni (una per ciascuna stagione) e presentati al lettore in altrettante lingue: italiano, albanese, inglese e tedesco.
L’opera vanta inoltre una breve ma interessante nota introduttiva del poeta giapponese Ban’ya Natsuishi (Aioi, 1955) ed una prefazione di Pietro Tartamella, fondatore e Presidente dell’Associazione Cascina Macondo.
Gli scritti che compongono la silloge si caratterizzano per l’adozione di un registro espressivo asciutto e privo di artifici (kanso 簡素), capace di suggerire al lettore una pluralità di esiti interpretativi grazie all’elasticità poetica del dettato che, partendo dalla parola scritta, si dipana in infinite direzioni proprio in virtù dell’assenza di un unico indirizzo semantico. Leggi tutto “La densità dell’ombra”