Cinque haiku di Yamaguchi Seishi

美しき距離白鷺が蝶に見ゆ
utsukushiki kyori shirasagi ga chō ni miyu

da questa splendida distanza
l’airone assomiglia
a una farfalla

Da: Haiku jiten: kinsei, Ōfū-sha, 1982, p. 309

雪敷きて 海に近寄る こともなし
yuki shikite umi ni chikayoru koto mo nashi

coltre di neve:
m’impedisce
di raggiungere il mare

Da: Yamaguchi Seishi zenshū, Meiji Shoin, 1977, p. 343 Leggi tutto “Cinque haiku di Yamaguchi Seishi”

Cinque haiku di Akimoto Fujio

橋に乗るかなしき道を道をしへ
hashi ni noru kanashiki michi o michioshie

attraversa il ponte
lungo una triste strada:
un coleottero

Da: Akimoto Fujio kushū, Hakuōsha, 1972, p. 111

春惜しむ白鳥の如き溲瓶持ち
haruoshimu hakuchō no gotoki shibin mochi

lamento di fine primavera –
tengo un vaso da notte
che sembra un cigno

Da: Haiku kenkyū, Vol. 44, 1977, p. 132 Leggi tutto “Cinque haiku di Akimoto Fujio”

La prossimità del sogno

Recensione del libro Lirica giapponese classica e poesia greca antica: percorsi ed immagini comuni di Patrick Manuello (Aracne Editrice, 2012, pp. 116, Euro 9,00).

In questo saggio, l’autore Patrick Manuello – laureato in Letterature e civiltà classiche presso l’Università di Genova – si cimenta in un inedito studio volto ad evidenziare analogie e differenze stilistiche, contenutistiche e culturali tra poesia greca (arcaico-classica ed ellenistica) e giapponese.
Il testo è suddiviso in cinque capitoli, preceduti da una generosa Introduzione che anticipa alcuni dei tratti distintivi più significativi di entrambi i modelli lirici, come la centralità del mito nella poesia greca o il carattere rappresentativo (e, dunque, non meramente arbitrario e convenzionale) dei segni che veicolano quella nipponica.
In apertura, il Manuello approfondisce i tempi, le circostanze e le modalità di transizione dalla trasmissione poetica orale all’utilizzo della parola scritta, sia in Giappone (a partire dalle influenze culturali cinesi e buddhiste del V secolo d.C.) che in Grecia (con l’introduzione della scrittura alfabetica di origine fenicia nell’VIII secolo a.C.). Vengono così alla luce le prime, importanti differenze; ad una poesia occidentale composta prevalentemente “per l’orecchio” si contrappone infatti una poesia orientale che mira non solo allo spirito, ma anche “alla vista”: Leggi tutto “La prossimità del sogno”

Cinque haiku di Asuka Nomiyama

日暮れては何処も地の果て天の川
higurete wa doko mo chi no hate amanogawa

quant’è vasta la terra
dopo il tramonto –
la Via Lattea

Da: Gendai haiku zenshū, Rippū Shobō, 1977, p. 274

花散りしあとに虚空や曼珠沙華
hana chirishi ato ni kokū ya manjushage

il cielo vuoto
dopo la caduta dei fiori –
gigli rossi

Da: Haiku no miryoku, Kadokawa Shoten, 1980, p. 124 Leggi tutto “Cinque haiku di Asuka Nomiyama”

Una waka dallo Shin kokin wakashū

春日野の下萌えわたる草の上につれなく見ゆる春の淡雪
kasugano no shitamoe wataru kusa no ue ni tsurenaku miyuru haru no awayuki

sulla piana di Kasuga
si spandono ovunque
i freschi germogli;
sopra l’erba ecco, indifferente,
la neve leggera di primavera

Waka di Minamoto Kuninobu (1069-1111), SKKS I: 10. Traduzione dal giapponese di Luca Cenisi

Immagine: Toyohara Chikanobu, Giardino innevato in primavera, 1895 (part.)