All’interno dei vari approfondimenti proposti nel sito si è spesso fatto riferimento, nel descrivere colui che compone haiku, al termine haijin, traducibile letteralmente come ‘persona haiku’¹. In verità, nella lingua giapponese, esistono due varianti in kanji della parola in questione, cui corrispondono altrettanti significati nettamente divergenti. Abbiamo, così, uno haijin 俳人 legato esclusivamente al contesto letterario dello haiku (ed impiegato qualche sinonimo di “poeta esperto”), ed uno haijin 廃人, che letteralmente significa ‘storpio’, spesso usato per indicare coloro che, isolandosi totalmente dalla vita reale per dedicarsi ai videogiochi, provocano a loro stessi una disfunzione o “menomazione” sociale.
Per queste ragioni, coloro che si dedicano con impegno ed interesse alla composizione di haiku, onde evitare fraintendimenti, ricorrono al termine haijin solamente all’interno dei circoli poetici cui fanno parte, preferendo usare, durante le conversazioni sociali e pubbliche, la più generica espressione haiku o tsukuru hito 俳句を作る人, ossia ‘persona che compone haiku’. Leggi tutto “Una contestualizzazione del termine “haijin””
Cinque haiku di Hattori Ransetsu
石女の雛かしづくぞ哀れなる
umazume no hina kashizuku zo aware naru
ah… una donna
che non può avere figli
cura una bambola
一葉散る咄ひとはちる風の上
hito ha chiru totsu hito ha chiru kaze no ue
cade una foglia…
ecco! Ne cade un’altra
spinta dal vento Leggi tutto “Cinque haiku di Hattori Ransetsu”
Cinque haiku di Kaya Shirao
めくら子の端居さびしき木槿哉
mekura ko hashii sabishiki mukuge kana
un bimbo cieco
siede solo in veranda –
fiori di ibisco
行く秋の草にかくるる流れかな
yuku aki no kusa ni kakururu nagare kana
tra l’erba
dell’autunno che se ne va
si nasconde un movimento… Leggi tutto “Cinque haiku di Kaya Shirao”
Cinque haiku sui salici
吹くたびに蝶のゐなほる柳かな
fuku tabi ni chō no inaoru yanagi kana
soffia il vento:
la farfalla trova la posizione
sopra il salice
Matsuo Bashō (1644-1694)
君行くや柳緑に路長し
kimi yuku ya yanagi midori ni michi nagashi
te ne vai –
nel verde dei salici
la lunga strada
Yosa Buson (1716-1784) Leggi tutto “Cinque haiku sui salici”
La memoria dell’erba
Recensione della raccolta Okinawa di Hasegawa Kai, Red Moon Press, 2018, pp. 104, $ 15,00.
Okinawa è la sedicesima raccolta del poeta e critico giapponese Hasegawa Kai (Kumamoto, 1954), responsabile della rubrica di haiku per il quotidiano Asahi Shimbun, nonché professore associato presso l’Università Tōkai di Tokyo.
La silloge ripercorre, attraverso un linguaggio semplice, ma tratti (volutamente) arido e crudo, le vicende belliche che hanno avuto luogo sull’isola durante il Secondo conflitto mondiale, e in particolare durante la cosiddetta Guerra del Pacifico, il cui bilancio finale fu di circa 200.000 morti tra soldati e civili. Okinawa venne infatti assaltata il 1° aprile 1945 dalle forze di sbarco americane, trascinando gli scontri fino al 19 giugno dello stesso anno. Conquistata dalle truppe dell’Alleanza in quella che viene ancor oggi ricordata come l’unica battaglia di terra (chijō-sen 地上戦) in cui i soldati giapponesi persero la vita, rientrò sotto il dominio imperiale solo nel 1972, grazie alla firma dell’Okinawa henkan kyōtei 沖縄返還協定 (‘Accordo di reintegro di Okinawa’). Leggi tutto “La memoria dell’erba”
Cinque haiku di Ochi Etsujin
行燈の煤けぞ寒き雪のくれ
andon no susuke zo samuki yuki no kure
le macchie sulla lampada
fanno freddo –
tramonto di neve
霧晴れて桟橋は目もふさがれず
kiri harete kakehashi wa me mo fusagarezu
diradata la nebbia,
non batto ciglio
sopra il pontile Leggi tutto “Cinque haiku di Ochi Etsujin”
Cinque haiku sui fulmini
稲妻や闇の方行く五位の声
inazuma ya yami no kata yuku goi no koe
un fulmine –
il verso della nitticora
penetra l’oscurità
Matsuo Bashō (1644-1694)
稲妻や昨日は東今日は西
inazuma ya kinō wa azuma kyō wa nishi
il fulmine –
ieri a Est
oggi ad Ovest
Takarai Kikaku (1661-1707) Leggi tutto “Cinque haiku sui fulmini”
Cinque haiku sul gelo
瓶割るる夜の氷の寝覚め哉
kame waruru yoru no kōri no nezame kana
il vaso si frantuma
in questa notte di ghiaccio –
il risveglio
Matsuo Bashō (1644-1694)
夕風や社の氷柱灯のうつる
yūkaze ya yashiro no tsurara hi no utsuru
brezza serale –
sui ghiaccioli del santuario
si riflette la luce
Kobayashi Issa (1763-1828) Leggi tutto “Cinque haiku sul gelo”
Il chūkangire: quando lo stacco cade all’interno di un verso di uno haiku
Approfondimento a cura di Antonio Sacco
In questo breve scritto vorrei porre attenzione su di un particolare aspetto del kireji (切れ字, letteralmente “carattere che taglia”) ossia una parola, intraducibile, che indica uno stacco (kire, 切れ), un intervallo (ma, 間) e che nella lingua giapponese viene reso appunto attraverso particolari categorie di parole (chiamate “cenemi”, che nella linguistica contemporanea sono rappresentati da elementi privi di un significato intrinseco) non direttamente traducibili in italiano, come ya や, kana かな e keri けり. Lo stacco è reso in italiano attraverso l’uso dei segni interpuntivi (trattino, due punti, virgola, ecc.) che dividono il componimento in due emistichi e rendono più visibile la toriawase, il collegamento tra due immagini diverse in uno stesso componimento haiku.
Di solito, negli haiku in lingua italiana, siamo abituati a porre la pausa, la cesura alla fine del kamigo (primo verso di uno haiku) o del nakashichi (secondo verso) secondo questo schema:
v. 1: prima immagine (stacco)
vv. 2-3: seconda immagine
oppure:
vv. 1-2: prima immagine (stacco)
v. 3: seconda immagine Leggi tutto “Il chūkangire: quando lo stacco cade all’interno di un verso di uno haiku”
Shigure: cinque haiku
初しぐれ猿も小蓑をほしげ也
hatsushigure saru mo komino o hoshigenari
prima pioggia fredda –
anche le scimmie vorrebbero
un mantellino di paglia
Matsuo Bashō (1644-1694)
一わたし遅れた人にしぐれ哉
hito watashi okureta hito ni shigure kana
in ritardo
per il traghetto,
la pioggia invernale
Yosa Buson (1716-1784) Leggi tutto “Shigure: cinque haiku”