La posizione dello stacco nello haiku giapponese

Nello haiku giapponese il kireji 切れ字 (letteralmente, ‘carattere che taglia’) può essere collocato in quattro diverse posizioni.
Può essere posto, ad esempio, al termine della prima o della seconda riga. In questi casi, il taglio viene chiamato, rispettivamente, shokugire 初句切れ (‘taglio del primo ku’) e nikugire 二句切れ (‘taglio del secondo ku’). Di seguito riporto due esempi:

涼しさ額をあてて青畳
suzushisa ya hitai wo atete aodatami(1)

che freschezza!
Appoggio la fronte
sul nuovo tatami

Shiba Sonome (1664-1726)

雛見世の灯を引ころ春の雨
hina-mise no hi o hiku koro ya haru no ame(2)

spenta la luce
del negozio di bambole –
pioggia di primavera

Yosa Buson (1716-1784)

Alcuni kireji si collocano invece al termine del componimento, ossia in chiusura del terzo rigo, come kana 哉 (per enfatizzare la scena che precede e sostenere, in certi casi, la kigo) e keri けり (suffisso verbale che esprime coinvolgimento o replica esclamativa a una situazione presente appena scoperta). In questi casi, si parla di kugirenashi 句切れなし. Leggi tutto “La posizione dello stacco nello haiku giapponese”

Cinque haiku sull’erba

春雨や蓬をのばす草の道
harusame ya yomogi o nobasu kusa no michi

pioggia di primavera –
cresce l’artemisia
sulla strada d’erba

Matsuo Bashō (1644-1694)

Da: I. Ōtsuka (a cura di), Bashō haiku zenshū, Naigai Shuppan Kyōkai, 1903, p. 13

草原を覗れてなく雉子哉
kusabara o nozokarete naku kigisu kana

sbucando
dal campo d’erba,
il verso di un fagiano

Kobayashi Issa (1763-1828)

Da: Shinano Kyōikukai (a cura di), Issa zenshū, Vol. 1, Shinano Mainichi Shinbunsha, 1976, p. 150 Leggi tutto “Cinque haiku sull’erba”

Echi di marea

Recensione della raccolta Sulle note del vento di Maruyama Daizen (dei Merangoli Editrice, 2018, pp. 110, €11,00). Traduzioni e cura di Diego Martina.

Sulle note del vento (Kaze no onpu totomoni 風の音符とともに) è una raccolta di 130 haiku del giovane poeta giapponese Maruyama Daizen, scelti e tradotti da Diego Martina per dei Merangoli Editrice nel 2018. Si tratta, invero, di un’accurata selezione – operata dallo stesso Martina – di testi già presenti nelle sillogi Gyokei 御慶 (‘Auguri di buon anno, 2014), Kinagashi 木流し (‘Legno alla deriva, 2016) e Kagomakura 籠枕 (‘Guanciale di bambù, 2017), tradotti per la prima volta in italiano e resi, così, accessibili anche al grande pubblico occidentale.
Laureato in Letteratura giapponese moderna e contemporanea presso l’Università di Tokyo, il Maruyama ha operato, in accordo con il curatore, una suddivisione delle opere in cinque sezioni: Nuovo anno (Shinnen 新年), Primavera (Haru 春), Estate (Natsu 夏), Autunno (Aki 秋) e Inverno (Fuyu 冬). Ciascuna di esse consta di 30 componimenti, eccezion fatta per la sezione d’esordio, che ne conta solamente dieci. Leggi tutto “Echi di marea”

Su candidi fili, la memoria

Lettura di uno haiku di Vincenzo Adamo, pubblicato all’interno del Gruppo di Studio sullo Haiku l’11 aprile 2020.

l’ultima neve –
la nonna perde il filo
del discorso

Uno haiku dai toni classici e ben bilanciato, con ji tarazu 字足らず (‘assenza di carattere’) nel rigo conclusivo. La giustapposizione (toriawase 取り合わせ) mette in relazione un evento naturalistico (l’ultima neve, a cavallo tra fine inverno e inizio primavera) e le vicende umane e personali dell’autore.
Così, se da un lato assistiamo a un movimento di segno positivo– l’implicito avvicinarsi del caldo e della bella stagione – dall’altro abbiamo una spinta uguale e contraria che disperde quel segnale in favore di una più intima e struggente ricostruzione. La nonna, infatti, con l’avanzare dell’età inizia a subire gli effetti di quel deterioramento cognitivo che porta, in diversi casi, alla demenza senile o all’Alzheimer.
L’evento qui registrato può invero costituire un’eccezione, un momento di défaillance che chiunque ha vissuto almeno una volta nella propria vita, magari perché assorto in altri pensieri od attività. Resta comunque il fatto che le due immagini si pongono in contrapposizione (shōgeki 衝撃) proprio alla luce dei diversi esiti che il tempo ha sull’uomo e sulla natura; il primo, esposto ad una progressione lenta ma inesorabile delle proprie fragilità, la seconda inserita in un contesto di tipo circolare che si rinnova eternamente. Leggi tutto “Su candidi fili, la memoria”