Un iris bianco,
il primo acquisto
del mendicante
A white iris,
the first purchase
of the beggar Leggi tutto “Cinque haiku di Toni Piccini”
Un iris bianco,
il primo acquisto
del mendicante
A white iris,
the first purchase
of the beggar Leggi tutto “Cinque haiku di Toni Piccini”
vento d’aprile
apre un rosso stellato –
acero in fiore Leggi tutto “Tre haiku di Walter Viaggi”
Termine fondamentale nella ricostruzione dell’estetica giapponese è lo shibui 渋い. Forma aggettivale del sostantivo shibusa 渋さ, letteralmente “austerità” o, più probabilmente, di shibumi 渋み (“astringenza”), esso affonda le proprie radici nella poetica del Periodo Muromachi (1333-1568), indicando, essenzialmente, tutto ciò che è asciutto o “astringente”, in contrapposizione a ciò che è amai 甘い, ossia “dolce”.
Sebbene la trattatistica in materia di poesia haiku tenda a focalizzare l’attenzione del lettore su altri principi estetici (principalmente il wabi 侘, il sabi 寂, il mono no aware 物の哀れ e lo yūgen), merita di essere evidenziato come anche lo shibui, con il suo fascino acerbo, discreto ed essenziale, abbia contributo in misura non trascurabile a ridefinire i contorni di un genere – lo haiku appunto – che fonda il proprio fascino sulla semplicità ed immediatezza di espressione, ossia sulla capacità, da parte dello haijin 俳人, di saper cogliere la realtà nel momento stesso in cui questa si manifesta, attraverso un procedimento di “quiescienza della mente” che non significa ablazione del sé, ma, ad un livello più profondo, riscoperta del sapore autentico dello spirito (kokoro no aji 心の味)¹ latente in ogni cosa, nel qui e ora naturalistico. Leggi tutto “Il fascino acerbo delle parole”
salcâmi înfloriţi –
se umple de miresme
cutia milei
acacia in bloom –
the fragrance filling
the charity box
acacia in fiore –
la fragranza riempie
la scatola delle offerte Leggi tutto “Petals on the Wind, di Cezar Ciobîcă”
moonrise…
suddenly the train
picks up speed
Mahrukh Bulsara
temple ruins
only the wind still
offers flowers
Rohini Gupta (Chrysanthemum, 2008) Leggi tutto “Five Indian Haiku”
秋は高し木立はふりぬこのやかた
aki wa takashi kodachi wa furinu kono ya kata
cielo terso d’autunno
un antico boschetto –
e questa capanna! Leggi tutto “Tre haiku di Ryōkan”
sirijsko primirje
na grad bez krovova
pada prvi sneg
syrian truce
first snow falling on
a roofless town
tregua siriana
sopra una città senza tetti
la prima nevicata Leggi tutto “Tre haiku di Damir Damir”
In questo breve ma lucido saggio, Chiara Ghidini, docente in Lingua e letteratura giapponese presso l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, nonché autrice dello studio intitolato Aware nel Kokinwakashū: Traduzione poetica e poetica della traduzione del 1995, scandaglia con rigore accademico ma, al contempo, con un linguaggio equilibrato e lineare, l’etimologia e la storia semantica di uno dei termini più ricorrenti nell’estetica letteraria giapponese, ossia aware 哀れ.
La disamina trova, invero, uno specifico approfondimento solo a partire dalla seconda sezione del libro (pp. 41-95), poiché nella prima la Ghidini rimarca (a mio avviso, doverosamente) una premessa esegetica essenziale, ossia la necessità di adottare un approccio alla traduzione di un qualsivoglia testo (specie poetico) in lingua straniera quanto più possibile fedele non solo alla lettera, ma anche allo spirito di quest’ultima: «essere fedeli alla poesia significa percepirne l’essenziale, o ciò che la rende tale, riconoscere nell’atto del tradurre l’instaurarsi di un rapporto tra lingua e lingua, ma anche tra testo e testo, tra visioni del mondo compatibili se pur differenti.» Leggi tutto “L’intima connessione delle cose”
元日やされば野川の水の音
ganjitsu ya sareba nogawa no mizu no oto
primo dell’anno –
ecco, il suono dell’acqua
di un ruscello
春風や堤ごしなる牛の声
haru kaze ya tsutsumi goshi naru ushi no koe
vento di primavera –
il verso delle mucche
lungo gli argini Leggi tutto “Cinque haiku di Konishi Raizan”
酔うてこほろぎと寝ていたよ
yōte kōrogi to nete ita yo
ubriaco
mi sono addormentato
con i grilli
よい宿でどちらも山で前は酒屋で
yoi yado de dochira mo yama de mae wa sakaya de
bella locanda:
da entrambi i lati, i monti,
di fronte, il negozio di liquori Leggi tutto “Cinque haiku di Santōka”