Metaphor and Haiku

Q: Dear Luca, I want to ask about the use of metaphor in haiku. Some say that modern haiku allows the author to use metaphors, whereas haiku who do not use metaphors are classified as ‘classic haiku’ or ‘traditional haiku’.
Is it true that modern haiku allows the use of metaphors in it? What distinguishes modern haiku and traditional haiku? Thank you for your answer. Leggi tutto “Metaphor and Haiku”

Cinque haiku di Katō Shūson

カフカ去れ一茶は来れおでん酒
Kafuka sare Issa wa kitare odenzake

fuori Kafka,
dentro Issa –
sake con oden*

*L’oden (おでん) è un piatto tipico giapponese (la cui ricetta risale al periodo Muromachi) che comprende diversi ingredienti, come uova, patate, zucca e pasta di pesce stufati in una zuppa insaporita con soia.

木の葉ふりやまずいそぐないそぐなよ
konoha furiyamazu isogu na isogu na yo

le foglie
seguitano a cadere:
non correte… non correte… Leggi tutto “Cinque haiku di Katō Shūson”

Intervista a Jan Benson

L.C.: Come prima cosa, vuoi presentarti e raccontarci chi sei e cosa fai nella vita?

J.B.: Sono una scrittrice e una poetessa. Il mio quotidiano consiste nel leggere, scrivere, insegnare, studiare e inviare i miei componimenti per la pubblicazione.
Ho frequentato l’università e conseguito due lauree; una in contabilità, l’altra in studi sociali con abilitazione all’insegnamento.
In seguito, grazie alle amicizie universitarie, mi sono avvicinata ad alcuni poeti ed artisti di Fort Worth e sono diventata una performer e recitatrice.
La poesia non era una strada così ovvia per me. Quando mi sono diplomata al liceo, il mio linguaggio principale era la musica. L’inglese era una materia che avevo difficoltà a comprendere ed ero particolarmente perplessa a causa delle sue sfumature grammaticali. Posso dire, in tutta onestà, che allora ero veramente poco letterata, leggendo molto poco e scrivendo solo quando ciò veniva richiesto come compito scolastico. Leggi tutto “Intervista a Jan Benson”

Il chūkangire: quando lo stacco cade all’interno di un verso di uno haiku

Approfondimento a cura di Antonio Sacco

In questo breve scritto vorrei porre attenzione su di un particolare aspetto del kireji (切れ字, letteralmente “carattere che taglia”) ossia una parola, intraducibile, che indica uno stacco (kire, 切れ), un intervallo (ma, 間) e che nella lingua giapponese viene reso appunto attraverso particolari categorie di parole (chiamate “cenemi”, che nella linguistica contemporanea sono rappresentati da elementi privi di un significato intrinseco) non direttamente traducibili in italiano, come ya や, kana かな e keri けり. Lo stacco è reso in italiano attraverso l’uso dei segni interpuntivi (trattino, due punti, virgola, ecc.) che dividono il componimento in due emistichi e rendono più visibile la toriawase, il collegamento tra due immagini diverse in uno stesso componimento haiku.
Di solito, negli haiku in lingua italiana, siamo abituati a porre la pausa, la cesura alla fine del kamigo (primo verso di uno haiku) o del nakashichi (secondo verso) secondo questo schema:

v. 1: prima immagine (stacco)
vv. 2-3: seconda immagine

oppure:

vv. 1-2: prima immagine (stacco)
v. 3: seconda immagine Leggi tutto “Il chūkangire: quando lo stacco cade all’interno di un verso di uno haiku”

Cinque haiku di Kubota Mantarō

湯豆腐やいのちのはてのうすあかり
yudōfu ya inochi no hate no usuakari

tofu bollito –
una debole luce
alla fine della mia vita

Da: Kubota Mantarō zenshū, Chūōkōronsha, 1967, p. 46

短夜のあけゆく水の匂かな
mijikayo no akeyuku mizu no nioi kana

questa notte estiva
giunge al termine…
profumo d’acqua

Da: Nihon kindai bungaku taikei, Kadokawa Shoten, 1968, p. 451 Leggi tutto “Cinque haiku di Kubota Mantarō”