Q: Buongiorno, sono un giovane studente di filosofia che si sta recentemente avvicinando al mondo orientale, al suo pensiero, alla sua storia, alla sua arte. Da sempre affascinato dalla misteriosa bellezza degli haiku, ne sto ultimamente approfondendo lo studio, affinchè possa con maggiore consapevolezza avvicinarmi ad essi e correggere alcuni pregiudizi dettati dal senso comune e da una iniziale ignoranza. Tra questi, ero da sempre, non so perchè, convinto che gli haiku fossero associati ad un’immagine (disegno, dipinto ecc.) mentre ora ho scoperto non essere così. Vorrei perciò chiedere quale sia il rapporto tra haiku ed immagine (non quella concettuale evocata nell’icasticità del componimento, ma proprio un disegno, un dipinto) e, soprattutto, se esista in commercio una raccolta di haiku corredata da immagini. Leggi tutto “Haiku e immagini”
Luca Cenisi legge Anna Elisa De Gregorio
Cinque haiku di Hashimoto Mudō
さくら散るまひる日傘で行く
sakura chiru mahiru higasa de iku
cadono i ciliegi
in pieno giorno cammino
con un parasole
うごけば、寒い
ugokeba, samui
se mi muovo, il freddo Leggi tutto “Cinque haiku di Hashimoto Mudō”
Gli haiku monoverso, di Antonio Sacco
Questo articolo ha come finalità quella di analizzare le modalità compositive e di far luce sulle caratteristiche degli haiku monoverso (chiamati anche monoku o, in inglese, one-line haiku). In questo scritto prenderemo in esame come, e in che modo, gli haiku monoverso sono stati introdotti nel panorama letterario internazionale e, successivamente, come sono stati legittimati da un punto di vista storico. Passeremo, poi, ad esaminare la struttura e le peculiarità di questa particolare forma compositiva, mettendo anche in risalto analogie e differenze con gli haiku composti classicamente in tre versi. Vedremo che relazioni sussistono fra i monoku e i monostici (poesie costituite da un solo verso) anche qui attraverso analogie e differenze; proporremo infine la sistematizzazione dei vari haiku monoverso attraverso la loro suddivisione in tre gruppi principali proposta da Higginson (1). Leggi tutto “Gli haiku monoverso, di Antonio Sacco”
Cinque haiku di Chie Kamegaya
梅雨晴れや山ひだ這って霧のぼる
tsuyubare ya yamahida hatte kiri noboru
tregua dalla pioggia –
tra le pieghe dei monti
sale la nebbia
たんぽぽの花盛りなり留守の庭
tanpopo no hanazakari nari rusu no niwa
giardino abbandonato –
i denti di leone
sono sbocciati Leggi tutto “Cinque haiku di Chie Kamegaya”
Cinque tanka di Dennys Cambarau
La rosa bianca
osservo già sbocciare:
quale stagione?
Col suo odore esalta
la luce della luna!
La luce brilla
laggiù dove il Faro
scruta il mare:
sulla terra riarsa
un chiarore di stelle Leggi tutto “Cinque tanka di Dennys Cambarau”
Il soggetto nella poesia haiku
Q: Buongiorno. Ho letto che nella poesia haiku l’impersonalità è essenziale, ossia il non ricorrere a riferimenti relativi al poeta, come ad esempio i pronomi. Personalmente non sono d’accordo, perché anche i grandi Maestri del passato li hanno usati (efficacemente, direi). Mi piacerebbe sentire il suo parere. Leggi tutto “Il soggetto nella poesia haiku”
Cinque haiku sulla nebbia
草かすみ水に声なき日暮かな
kusa kasumi mizu ni koe naki higure kana
la foschia nell’erba
e nessun suono tra le acque:
crepuscolo
Yosa Buson (1716-1784)
夕霧や馬の覚し橋の穴
yūgiri ya uma no oboeshi hashi no ana
nebbia serale –
il cavallo ha memorizzato
le falle nel ponte
Kobayashi Issa (1763-1828) Leggi tutto “Cinque haiku sulla nebbia”
Cinque haiku di Suzuki Murio
さわがしき地にたれさがり藤の花
sawagashiki chi ni taresagari fuji no hana
pendono
verso la terra in tumulto –
fiori di glicine
Da: Haiku, Vol. 53, Kadokawa Shoten, 2004, p. 142
外野手の孤独にかかり夏の月
gaiyashu no kodoku ni kakari natsu no tsuki
fa sua
la solitudine dell’esterno*:
luna d’estate
* Gaiyashu 外野手 è un termine sportivo che indica colui che ricopre il ruolo di c.d. “esterno”, ossia colui che, in fase difensiva, resta nella porzione di campo più lontana rispetto al battitore.
Da: Haiku, Vol. 57, Kadokawa Shoten, 2008, p. 119 Leggi tutto “Cinque haiku di Suzuki Murio”
Uno haibun di Fabrizio Pecchioli
Opera originariamente pubblicata sul blog Cinquesettecinque il 17 luglio 2016.
Ho caricato la sveglia alle 6:45 sul telefonino, un richiamo ogni cinque minuti. Non vorrei riaddormentarmi; ho un appuntamento, domani, alle dieci del mattino circa e non mi piace essere in ritardo o dover fare le cose con furia. Mi provoca stress.
Il gesto è il solito: la mano sinistra che cerca il telefono sul comodino mentre suona la sveglia. Tocco il touchscreen e disattivo la suoneria (tra l’altro odiosa, mi riprometto di cambiarla). Mi alzo, mi reco in bagno per le necessità del mattino e mi preparo alla partenza: oggi nei miei piani c’è Genova, per precisione Bolzaneto. Credo sia una piccola frazione di campagna; ho trovato su internet un allevamento di cani come il mio Pedro, un bellissimo golden retriever, che ci ha lasciati circa tre mesi fa. Leggi tutto “Uno haibun di Fabrizio Pecchioli”