La memoria dell’erba
Recensione della raccolta Okinawa di Hasegawa Kai, Red Moon Press, 2018, pp. 104, $ 15,00.
Okinawa è la sedicesima raccolta del poeta e critico giapponese Hasegawa Kai (Kumamoto, 1954), responsabile della rubrica di haiku per il quotidiano Asahi Shimbun, nonché professore associato presso l’Università Tōkai di Tokyo.
La silloge ripercorre, attraverso un linguaggio semplice, ma tratti (volutamente) arido e crudo, le vicende belliche che hanno avuto luogo sull’isola durante il Secondo conflitto mondiale, e in particolare durante la cosiddetta Guerra del Pacifico, il cui bilancio finale fu di circa 200.000 morti tra soldati e civili. Okinawa venne infatti assaltata il 1° aprile 1945 dalle forze di sbarco americane, trascinando gli scontri fino al 19 giugno dello stesso anno. Conquistata dalle truppe dell’Alleanza in quella che viene ancor oggi ricordata come l’unica battaglia di terra (chijō-sen 地上戦) in cui i soldati giapponesi persero la vita, rientrò sotto il dominio imperiale solo nel 1972, grazie alla firma dell’Okinawa henkan kyōtei 沖縄返還協定 (‘Accordo di reintegro di Okinawa’). Leggi tutto “La memoria dell’erba”
Cinque haiku di Ochi Etsujin
行燈の煤けぞ寒き雪のくれ
andon no susuke zo samuki yuki no kure
le macchie sulla lampada
fanno freddo –
tramonto di neve
霧晴れて桟橋は目もふさがれず
kiri harete kakehashi wa me mo fusagarezu
diradata la nebbia,
non batto ciglio
sopra il pontile Leggi tutto “Cinque haiku di Ochi Etsujin”
La densità dell’ombra
Recensione della raccolta Fango di strada di Çlirim Muça, Albalibri Editore, 2010, pp. 166, Euro 12,00.
Fango di strada è una corposa raccolta di haiku dell’editore, poeta e scrittore di origine albanese Çlirim Muça. Essa consta infatti, di 145 componimenti¹, suddivisi in quattro sezioni (una per ciascuna stagione) e presentati al lettore in altrettante lingue: italiano, albanese, inglese e tedesco.
L’opera vanta inoltre una breve ma interessante nota introduttiva del poeta giapponese Ban’ya Natsuishi (Aioi, 1955) ed una prefazione di Pietro Tartamella, fondatore e Presidente dell’Associazione Cascina Macondo.
Gli scritti che compongono la silloge si caratterizzano per l’adozione di un registro espressivo asciutto e privo di artifici (kanso 簡素), capace di suggerire al lettore una pluralità di esiti interpretativi grazie all’elasticità poetica del dettato che, partendo dalla parola scritta, si dipana in infinite direzioni proprio in virtù dell’assenza di un unico indirizzo semantico. Leggi tutto “La densità dell’ombra”
Luca Cenisi legge Antonio Sacco
Cinque haiku sui fulmini
稲妻や闇の方行く五位の声
inazuma ya yami no kata yuku goi no koe
un fulmine –
il verso della nitticora
penetra l’oscurità
Matsuo Bashō (1644-1694)
稲妻や昨日は東今日は西
inazuma ya kinō wa azuma kyō wa nishi
il fulmine –
ieri a Est
oggi ad Ovest
Takarai Kikaku (1661-1707) Leggi tutto “Cinque haiku sui fulmini”
Cinque haiku di Harako Kōhei
戦後の空へ青蔦死木の丈に充つ
sengo no sora e aotsuta shiboku no take ni mitsu
la giovane edera
puntando al cielo del Dopoguerra
avvolge un albero morto
Da: Gendai no shūku, Iizuka Shoten, 1988, p. 74
白鳥吹かれくる風媒の一行詩
hakuchō fukarekuru fūbai no ichigyōshi
il cigno
preso e portato dal vento –
poema a un solo verso
Da: Haiku Kenkyū, Vol. 47, 1980, p. 40 Leggi tutto “Cinque haiku di Harako Kōhei”
Cinque haiku di Kin’ichi Sawaki
塔ふたつ鶏頭枯れて佇つごとし
tō futatsu keitō karete tatsu gotoshi
come creste di gallo*
che vanno appassendo:
due torri
* La cresta di gallo (celosia o pettine d’argento) è una pianta erbacea che fiorisce durante il periodo estivo.
Da: Sawaki Kin’ichi-shū, Haijin kyōkai, 1980, p. 137
雪柳花みちて影やはらかき
yukiyanagi hana michite kage yawarakaki
fiori di spirea –
sbocciando proiettano
un’ombra leggera
Da: Kin’ichi haiku kanshō, Tokyo Shinbun Shuppankyoku, 1991, p. 226 Leggi tutto “Cinque haiku di Kin’ichi Sawaki”
Cinque haiku di Oscar Luparia
più chiari i giorni
mentre in strada scurisce
l’ultima neve
campo di fiori –
la mano che si abbassa
poi la trattengo Leggi tutto “Cinque haiku di Oscar Luparia”
Metodologia e limiti nel tradurre gli haiku
Per George Steiner, critico e saggista francese, tradurre non è solo un processo letterario di tipo traspositivo, quanto una vera e propria “esperienza esistenziale” (Après Babel, 1975). È innegabile, infatti, che il confronto con un testo straniero – ancor più se poetico – richiede una sensibilità particolare nell’approcciarsi allo stesso e la ricerca di una forma che, per quanto possibile, ne riesca a preservare il senso, pur con fisiologiche perdite sui fronti metrico, ritmico e in certi casi semantico.
Il legame che si viene a creare con lo scritto è per molti versi intimo e viscerale, e la versione che ne è frutto è nondimeno l’esito di un processo che, al di là delle competenze tecniche di decodifica, coinvolge il sentimento personale di chi traduce, dando vita così ad un’opera dotata a sua volta di dignità letteraria(1).
In tale contesto lo haiku 俳句 non fa eccezione. La sua estrema brevità, sebbene facilmente equivocabile ed interpretabile come “semplicità” espressiva, tende all’opposto a rendere conto al traduttore di una serie di limiti pressoché invalicabili. Leggi tutto “Metodologia e limiti nel tradurre gli haiku”